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mentoring aziendale: immagine di persone che si aiutano a vicenda

Il mentoring aziendale: l’esperienza delle figure senior per la crescita delle figure junior

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Come abbiamo visto ormai più volte nel corso dei nostri articoli dedicati alla formazione aziendale e al lifelong learning, che al giorno d’oggi per un datore di lavoro sia fondamentale investire nella crescita e nello sviluppo delle competenze delle proprie risorse umane è ormai un dato di fatto. D’altronde, la produttività dell’azienda risente positivamente dell’accrescimento del know-how delle persone che ne fanno parte. La formazione, d’altro canto, può assumere forme diverse ed in certi casi può essere persino svolta dai dipendenti stessi. È da qui che deriva il successo del modulo Banca del tempo dell’App per dipendenti MyNet, e del mentoring aziendale. Si parla di mentoring aziendale per indicare quella tipologia di formazione che vede una figura senior all’interno dell’azienda condividere le proprie esperienze e competenze con una figura junior, per aiutarla ad integrarsi nel suo nuovo ruolo e a prendere confidenza con la cultura aziendale e i processi interni. Una soluzione ideale, soprattutto per affiancare i neoassunti o le persone che sono state chiamate a ricoprire un nuovo ruolo.

Scopriamo cos’è di preciso il mentoring aziendale, come funziona e che vantaggi porta alle aziende.

Cos’è il mentoring aziendale

Il mentoring, in termini generali, è quell’insieme di attività che una persona con esperienza, trasformandosi in guida, può fornire ad un’altra con l’obiettivo di sostenerla ed aiutarne la crescita. Ben lungi dall’essere una metodologia di trasferimento delle competenze esclusiva del mondo del lavoro (si applica infatti anche ai contesti sociali e scolastici, per fare degli esempi), il mentoring vive della presenza di una figura esperta e competente – il mentor o mentore in italiano – al servizio di una figura inesperta – chiamata anche allievo o mentee -.

In ambito lavorativo, possiamo dire perciò che il mentoring aziendale è una strategia di trasmissione del know-how che trasforma i veterani o senior dell’azienda in guide a supporto della crescita e dello sviluppo dei cosiddetti “junior”, ovvero i neoassunti o quelle risorse inserite in nuove posizioni. Questo rapporto di medio-lungo termine rientra perciò in un preciso programma di mentoring aziendale che ha lo scopo ultimo di preparare il mentee all’autonomia lavorativa e alla piena comprensione dei valori e della cultura aziendale.

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A cosa serve il mentoring aziendale

L’obiettivo del mentoring aziendale è duplice: da un lato, trasmettere nuove competenze alle figure con minor esperienza, dall’altro integrare queste nuove figure nella realtà aziendale così da permettere loro di sviluppare al meglio le proprie potenzialità.

In effetti, ben lungi dall’essere una trasmissione di puro know-how tecnico, il mentoring si allarga a comprendere anche gli aspetti più prettamente sociali del vivere e lavorare in azienda. D’altronde, ogni organizzazione è un vero e proprio organismo sociale e, in quanto tale, vive di regole, processi, convenzioni e valori condivisi che il mentor si impegna a trasmettere al metee così che questo possa sentirsi a tutti gli effetti parte integrante del team.

Grazie al mentoring aziendale, il mentee avrà modo di sviluppare appieno tutte le competenze necessarie a ricoprire al meglio il proprio ruolo in azienda, integrandovisi alla perfezione. Detto ciò, apparirà ormai evidente quanto il mentoring possa fondersi e confondersi con l’onboarding cui compito è in effetti quello di accompagnare il neoassunto durante i suoi primi mesi in azienda.

Senza dimenticare poi che questo modo di trasmettere competenze e conoscenze dai mentor ai mentee, ovvero dalle figure senior alle figure junior, è un ottimo modo per formare i futuri leader aziendali.

Volendo riassumere, possiamo dire che tra i vantaggi principali del mentoring aziendale rientrano:

  • Trasferimento delle competenze e conoscenze dalle figure senior a quelle junior;
  • Rafforzamento della cultura aziendale in modo naturale ed economico;
  • Formazione avanzata dei neoassunti;
  • Minor tasso di turnover e maggior senso d’appartenenza all’azienda.

programma di mentoring aziendale: figura senior che aiuta una figura junior neoassunta

Chi è e cosa fa il mentor aziendale

Se il couselor e il coach sono generalmente persone esterne all’organizzazione, il mentor è invece una figura interna che ha maturato grandi esperienze e competenze ed è perciò ritenuta idonea all’insegnamento rivolto ai neoassunti.

Come una vera e propria guida, il mentor si dedica a trasmettere le sue conoscenze e abilità professionali ma anche i valori dell’azienda, i metodi, la cultura e le tecniche utili a lavorare al meglio. Per il mentee, il supporto del mentor rappresenta una preziosa occasione per imparare con maggior facilità e velocità così da raggiungere in anticipo i traguardi e l’autonomia sul lavoro.

Attenzione però: uno degli errori più comuni per i mentor è quello di fraintendere il proprio ruolo di guida. Il mentor aziendale, infatti, deve incoraggiare e stimolare lo sviluppo del mentee, lasciandogli il tempo e il modo di potersi mettere alla prova e, se necessario, sbagliare. È importante tener presente che il mentoring aziendale, per quanto sia un percorso di crescita a medio-lungo termine, non è un programma infinito e punta all’autonomia della figura junior fornendogli gli strumenti e le conoscenze necessarie. Più che evitare ad ogni costo che il mentee compia degli errori, ciò che conta è ritagliarsi dello spazio a posteriori per trarne dei preziosi insegnamenti.

Le skill immancabili per essere un buon mentor

Come abbiamo visto, il mentor è un veterano dell’azienda. Una figura, insomma, che ha avuto modo di acquisire esperienza e conoscenze ed ha perciò un bagaglio tale da essere particolarmente prezioso per chi, in azienda, mette piede per la prima volta. Detto ciò, diventare una guida per gli altri ed insegnare non è cosa da tutti ed è per questo che i mentor si caratterizzano per essere dotati di una serie di soft skill quali:

  • Capacità relazionali: essere un mentor non significa soltanto insegnare ma anche essere pronti al dialogo e al confronto. Ascoltare, insomma, è importante tanto quanto parlare e condividere e sta alla base della costruzione di un rapporto di fiducia e rispetto reciproco;
  • Leadership: senza imbrigliare il proprio mentee, il mentor deve saper stimolare la curiosità e la voglia di mettersi alla prova senza timore dell’errore. Nuove esperienze generano nuove idee per cui, lungi dal dettare regole ferree, un buon mentor sa trasformare ogni situazione in occasione di insegnamento;
  • Etica: per costruire un rapporto di fiducia e rispetto reciproco, il mentor deve agire in modo etico e coerente a ciò che insegna. Soprattutto quando si tratta di valori e cultura aziendale, solo un mentor davvero convinto di ciò che dice e condivide saprà trasformarsi per il mentee in vero e proprio modello da imitare.

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Le modalità del mentoring aziendale

Di mentoring aziendale ne esistono di due tipi, formale ed informale, e possono essere portati avanti secondo tre diverse modalità.

  1. La modalità faccia a faccia vive di appuntamenti e incontri one to one tra mentor e mentee che si svolgono, preferibilmente, secondo tempistiche ricorrenti. È la modalità di mentoring più tradizionale e, ad oggi, quella più diffusa nonostante smart working e grandi aziende (con sedi stanziate in diverse città se non addirittura regioni e stati) stiano puntando piuttosto sulla modalità di mentoring a distanza o e-mentoring.
  2. L’e-mentoring vede il mentor e il mentee avviare una comunicazione e un rapporto a distanza grazie a strumenti e piattaforme digitali. Per questa modalità di mentoring aziendale, essere dotati quindi di strumenti in grado di mantenere salde le relazioni nonostante le distanze è fondamentale perché il mentor deve poter condividere con facilità il materiale informativo e il mentee deve potervi accedere in modo semplice e veloce, sempre e ovunque. Anche in questo caso, l’App per le risorse umane MyNet rappresenta la soluzione perfetta per gestire l’e-mentoring e garantire, grazie ad Armadietto, la possibilità di caricare materiale informativo in App e renderlo accessibile al solo mentee.
  3. Una terza modalità di mentoring è quella del blended mentoring, una combinazione di contatti e appuntamenti in presenza e a distanza che permette al mentee di trarre il meglio dal programma di mentoring aziendale.

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Quando può essere utile un programma di mentoring aziendale?

In quanto modalità di formazione, il mentoring aziendale può essere sempre preso in considerazione per favorire la crescita delle proprie risorse umane.

Naturalmente, ci sono delle situazioni in cui rappresenta una formula perfetta come quando si tratta di:

  • Inserire in azienda neoassunti che hanno bisogno di imparare dinamiche e processi interni;
  • Supportare i nuovi manager aiutandoli a cogliere tutte le sfumature del loro nuovo ruolo dirigenziale;
  • Inserire in un nuovo contesto o ruolo una risorsa già parte del team, per aiutarla ad adattarsi al cambiamento e conoscere le responsabilità della nuova posizione;
  • Semplificare il cambio generazionale, favorendo la trasmissione di competenze dalle figure senior prossime al pensionamento alle figure junior.

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Questo articolo è stato scritto da

Manuele CeschiaCEO di MyNet. Laureato in Economia e da sempre impegnato nel settore del marketing, della comunicazione e dell’organizzazione di eventi, si occupa dello sviluppo del progetto MyNet supportando il lavoro di tutti i team. Collabora con Università e Centri di formazione per condividere la sua esperienza professionale.

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