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tassazione straordinari: lavoratori in ufficio davanti al pc

Gestione e tassazione degli straordinari: tutto quel che devi sapere

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Quando si tratta di organizzare il lavoro e gestire il personale, la questione degli straordinari è sempre al centro dell’attenzione dei datori di lavoro e dei responsabili delle risorse umane. È vero: stabilire fin dall’inizio un orario di lavoro chiaro con i dipendenti è fondamentale, esattamente quanto assicurarsi che questo venga rispettato, così da garantirsi un buon equilibrio tra produttività aziendale e benessere dei dipendenti. Ma cosa succede quando emergono esigenze impreviste o progetti urgenti che richiedono un impegno extra da parte dei lavoratori? È proprio qui che entrano in gioco gli straordinari. Queste ore supplementari possono essere un’opportunità per i dipendenti di dimostrare il proprio impegno e flessibilità, ma anche una fonte di dubbi e confusioni per quanto riguarda la loro gestione e tassazione. Gli straordinari sono tassati? E se sì, come?
Nonostante la legislazione italiana affronti ampiamente il tema della tassazione del lavoro straordinario e delle ore di straordinario in generale, rimangono ancora molti interrogativi da chiarire. Ecco perché abbiamo deciso di mettere insieme questo articolo, per fare un po’ di chiarezza. Ad esempio, una prima cosa da sapere è che le ore di straordinario sono retribuite con una maggiorazione, ma sono soggette alla tassazione ordinaria.

Nel corso di questa lettura, esploreremo cosa sono esattamente gli straordinari, quali sono le diverse forme che possono assumere e, soprattutto, come vengono tassati e gestiti nella busta paga dei dipendenti.

Cosa sono le ore di straordinario

Nel contesto dei contratti full-time, il concetto di lavoro straordinario si riferisce alle ore lavorative svolte oltre l’orario normale, generalmente fissato a 40 ore settimanali secondo quanto stabilito dall’Art. 3 del Decreto legislativo n. 66 dell’8 aprile 2003.

È importante però notare sin da qui che esistono dei limiti riguardo al numero di ore di lavoro straordinario che un dipendente può svolgere. La legislazione vigente, con l’obiettivo di tutelare la salute e l’integrità psicofisica dei lavoratori, stabilisce un tetto massimo alle ore straordinarie consentite. Nello specifico, i lavoratori non possono superare in media le 48 ore settimanali e il totale di 250 ore di straordinario all’anno.

Qualora le ore di lavoro straordinario superino le 48 ore settimanali, l’azienda, se composta da più di 10 dipendenti, è tenuta a informare la Direzione Provinciale del Lavoro conformemente a quanto previsto dal contratto collettivo di riferimento.

Ma attenzione: i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) possono stabilire limiti giornalieri e settimanali diversi da quelli previsti dal D.Lgs 66/2003, ed è perciò sempre necessario farvi riferimento.

Dunque, i concetti chiave da ricordare a proposito del lavoro straordinario sono:

  • Le ore di straordinario vengono effettuate oltre le 8 ore giornaliere;
  • Gli straordinari non devono superare in media le 48 ore settimanali;
  • Il monte orario annuo del lavoro straordinario non deve superare le 250 ore.

Il lavoro straordinario può essere obbligatorio?

Sì, esiste la possibilità che il lavoratore si trovi nella condizione di non potersi rifiutare di svolgere lavoro straordinario, anche in assenza di consenso collettivo o individuale: è il caso del cosiddetto lavoro straordinario obbligatorio. Naturalmente, questo scenario è circoscritto e vincolato dalle normative vigenti, inclusa la limitazione delle 250 ore all’anno previste dalla legislazione e la retribuzione maggiorata delle ore lavorate in busta paga.

Nello specifico, il lavoratore può essere chiamato a prestare lavoro extra, oltre al suo normale orario, in situazioni specifiche legate a:

  • Cause di forza maggiore, che rappresentano situazioni esterne, inevitabili e indipendenti dalla volontà umana, caratterizzate dall’imprevedibilità.
  • Pericolo grave e immediato, che metta a rischio la sicurezza delle persone o la continuità della produzione.
  • Esigenze produttive eccezionali, come mostre, fiere o manifestazioni connesse all’attività produttiva.

Al di fuori di queste circostanze, il lavoratore ha il diritto di rifiutare il lavoro straordinario senza rischiare sanzioni e il lavoro extra deve essere concordato preventivamente tra datore di lavoro e dipendente.

Nonostante quanto visto fin qui, però, esistono delle situazioni particolari in cui il dipendente ha sempre il diritto di rifiutare il lavoro straordinario come nel caso di studenti-lavoratori o dipendenti con comprovati gravi motivi che impediscono la prestazione lavorativa.

Le diverse tipologie di straordinario

Esistono varie tipologie di straordinario, ciascuna soggetta a specifiche maggiorazioni della paga oraria.

Come anticipato, la disciplina della materia non è esclusivamente regolata dal D.lgs. 66/2003, ma coinvolge anche i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro. Pertanto, questa sezione dell’articolo dovrà necessariamente essere integrata con le informazioni recuperate dal CCNL di riferimento per il settore specifico.

In termini generali, è possibile individuare diversi tipi di straordinario:

  • Straordinario entro le 48 ore settimanali: si riferisce al lavoro extra svolto entro il limite massimo settimanale previsto dal Decreto e prevede una maggiorazione del 15%.
  • Straordinario oltre le 48 ore settimanali: alcuni CCNL, come quello Metalmeccanici, limitano il lavoro straordinario a un massimo di 8 ore settimanali. Altri invece, e ne è un esempio quello del Commercio, consentono di superare tale limite, salvo naturalmente una compensazione maggiorata del 20%.
  • Straordinario notturno: oltre alla maggiorazione prevista per il lavoro notturno (che si svolge cioè dalle 22:00 alle 6:00), il lavoro straordinario svolto durante queste ore può ricevere un’ulteriore maggiorazione, che può superare il 50%.
  • Straordinario festivo: le ore di lavoro straordinario effettuate di domenica o in un giorno festivo infrasettimanale generano una maggiorazione sulla paga, che può aggirarsi intorno al 30%.

Oltre al tradizionale pagamento degli straordinari in busta paga, i CCNL possono prevedere il riposo compensativo, periodi di riposo volti a compensare cioè le ore di lavoro aggiuntive rispetto a quelle ordinarie. I lavoratori possono usufruire dei riposi compensativi in alternativa o in aggiunta alle maggiorazioni previste dal CCNL.

Il contratto di apprendistato ammette gli straordinari?

Quando si tratta del lavoro straordinario e dei lavoratori con contratto di apprendistato, sorgono spesso dubbi sia tra gli apprendisti che tra i responsabili delle risorse umane. Una delle domande più comuni è se sia permesso svolgere ore di straordinario durante l’apprendistato. Anche in questo caso, ad ogni modo, la risposta è affermativa.

Nei contratti di apprendistato, nessuna categoria specifica (che comprenda la qualifica e il diploma professionale, professionalizzante e l’alta formazione e ricerca) esclude automaticamente la possibilità di effettuare straordinari. Ciò significa che i lavoratori in apprendistato possono svolgere lavoro straordinario, ma è importante tenere conto delle disposizioni stabilite dal CCNL di riferimento e dal decreto 66/2003, esattamente come per tutti gli altri lavoratori dipendenti.

L’unica discriminante è, in questo caso, l’età. Se l’apprendista non è maggiorenne il lavoro straordinario non può essere applicato.

La tassazione degli straordinari: come vengono tassate le ore di lavoro extra

Come evidenziato, la retribuzione del lavoro straordinario varia in base alla tipologia di straordinario svolto e viene calcolata separatamente rispetto alle normali ore di lavoro. Al contrario, la tassazione non è separata: la retribuzione del lavoro straordinario contribuisce infatti alla formazione del reddito complessivo del lavoratore e, quindi, al suo reddito imponibile, soggetto all’IRPEF.

Per calcolare quindi la tassazione sugli straordinari, è necessario proiettare il reddito su base annuale, poiché anche il lavoro straordinario è soggetto all’IRPEF ordinaria.

Le aliquote fiscali stabilite dalla Legge di Bilancio 2022 (art. 1, comma 2, lettera a) sono le seguenti:

  • Reddito imponibile fino a 15.000,00 €: aliquota del 23% sull’intero importo.
  • Reddito imponibile da 15.001,00 € a 28.000,00 €: aliquota del 25%.
  • Reddito imponibile da 28.001,00 € a 50.000,00 €: aliquota del 35%.
  • Reddito imponibile oltre 50.001,00 €: aliquota del 43%.

Se il lavoro straordinario durante l’anno spinge il reddito complessivo del lavoratore in un’aliquota fiscale più elevata, la tassazione complessiva sarà naturalmente più pesante.

Va infine considerato che sugli straordinari non si applica solo l’imposizione fiscale, ma anche quella contributiva, che grava sul dipendente con un tasso del 9,19%.

tassazione straordinari in busta paga: persona che fa calcoli con la calcolatrice

Come e quanto vengono tassati gli straordinari in busta paga?

Le modalità di tassazione degli straordinari variano a seconda delle disposizioni stabilite dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) e dagli accordi vigenti.

Un aspetto importante da considerare è che, rispetto al passato, non sono più in vigore agevolazioni fiscali specifiche per gli straordinari. Fino a pochi anni fa era infatti in vigore una detassazione degli straordinari, del tutto simile a quella attualmente in vigore per i premi di produzione. Attualmente, al contrario, gli straordinari sono soggetti alla normale tassazione dei redditi da lavoro dipendente che segue gli scaglioni IRPEF che abbiamo anticipato nel paragrafo precedente.

Per calcolare la tassazione sugli straordinari, è necessario prendere in considerazione i contributi previdenziali versati all’INPS e sottrarli dal reddito lordo. Successivamente, il reddito imponibile così ottenuto può essere inserito negli appositi scaglioni IRPEF, ai quali vengono applicate le relative aliquote per determinare l’imposta effettiva da pagare.

Lavoro straordinario: conviene davvero?

Non è cosa rara sentir dire che il lavoro straordinario “non conviene” per il lavoratore, ma è davvero così?

Da quanto abbiamo visto in questo articolo, sarà evidente che il lavoro extra ricevere una compensazione economica maggiorata pur rientrando nella tassazione ordinaria. In linea generale, quindi, conviene eccome.

Il lavoro straordinario può tuttavia diventare un problema per quei lavoratori cui stipendio annuale si avvicina al limite superiore di uno scaglione di reddito, o per coloro che svolgono frequentemente ore straordinarie. In entrambi i casi, infatti, una parte del reddito imponibile potrebbe rientrare nello scaglione successivo, soggetto a un’aliquota fiscale più elevata.

Non va poi dimenticato che nel caso in cui il lavoratore goda di agevolazioni fiscali legate al reddito (come il Bonus IRPEF – ex Bonus Renzi), superare la soglia reddituale e passare allo scaglione successivo potrebbe comportare la perdita totale o parziale di tali agevolazioni, o addirittura l’obbligo di restituirle.

Pertanto, mentre il lavoro straordinario può offrire vantaggi immediati in termini di compensazione economica aggiuntiva, è essenziale valutare attentamente l’impatto sul reddito complessivo e sulle agevolazioni fiscali per garantire una gestione finanziaria prudente e consapevole.

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Questo articolo è stato scritto da

Federico CarducciCTO di MyNet. La sua passione per la tecnologia lo fa approdare, nel 2013, in Advantage Italia, una delle prime realtà italiane ad occuparsi di campagne di advertising sui social. Gestisce ora in prima persona i rapporti con le aziende e cura la progettazione e lo sviluppo della piattaforma MyNet.

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