Employer branding: significato, strategie e vantaggi per attrarre i migliori talenti
Nell’attuale mercato del lavoro, sempre più competitivo e orientato al talento, una semplice proposta economica non basta più per attrarre i professionisti più qualificati. I candidati moderni cercano aziende che possano offrire molto più di uno stipendio: vogliono contesti lavorativi stimolanti, inclusivi e orientati alla crescita personale e professionale.
L’employer branding, da questo punto di vista, è diventato uno strumento fondamentale per le aziende che desiderano costruirsi una reputazione forte come datore di lavoro e attrarre talenti qualificati. Per ogni impresa che vuole emergere non solo per i prodotti o i servizi che offre, ma anche come luogo di lavoro desiderabile, l’employer branding rappresenta la chiave di volta per distinguersi.
Secondo una ricerca di Randstad, quasi l’80% dei candidati effettua ricerche sulla reputazione di un’azienda prima di candidarsi, e una percentuale significativa rifiuterebbe un’offerta di lavoro da un’azienda con una cattiva reputazione. Questo dimostra che strategie di employer branding efficace non sono solo un’opportunità, ma una necessità strategica.
L’employer branding, infatti, serve a definire e comunicare l’identità dell’organizzazione, creando una cultura aziendale in grado di catturare tanto l’attenzione dei potenziali candidati quanto motivare chi già lavora al suo interno. Elementi come diversità, inclusione, lavoro agile e opportunità di crescita devono essere messi al centro della strategia per rafforzare il proprio employer brand.
Le aziende che investono in employer branding oggi non solo attirano i profili migliori, ma aumentano anche la motivazione del personale eriducono il turnover (fino a percentuali che si aggirano attorno al 28%).
In questo articolo vedremo cos’è l’employer branding, come pianificare una strategia efficace e come ottenere un vantaggio competitivo nel recruiting e nella fidelizzazione dei talenti.
L’arte dell’employer branding: cos’è, significato del termine e traduzione
Quando si parla di employer branding, ci si riferisce a una strategia fondamentale per le aziende che vogliono posizionarsi come datori di lavoro di riferimento. L’espressione, traducibile in italiano come “il marchio del datore di lavoro”, ha però un significato che va ben oltre la sua semplice traduzione.
Quindi, cos’è l’employer branding? Si tratta dell’insieme di strategie pensate per creare e promuovere un’immagine positiva dell’azienda, con l’obiettivo di attrarre, acquisire, fidelizzare e trattenere i migliori talenti disponibili.
Il concetto di employer brand è stato introdotto per la prima volta nel 1996 da Amber e Barrow, che lo descrissero come un “pacchetto di vantaggi funzionali, economici e psicologici” offerto dalle aziende ai propri dipendenti. Negli anni, questa definizione si è ampliata, includendo la percezione che l’azienda genera sia tra i dipendenti attuali sia tra i potenziali candidati. Oggi possiamo quindi definire l’employer brand come la combinazione di qualità tangibili e intangibili che rendono un’azienda un luogo di lavoro ideale rispetto ai suoi competitor.
Naturalmente, un employer branding efficace richiede una strategia ben strutturata e trova la sua forza nella coerenza tra l’immagine che l’azienda vuole trasmettere e l’esperienza vissuta dai dipendenti.
Employer brand esterno e interno
Un buon employer branding deve essere pianificato su due livelli: interno ed esterno.
- Employer branding interno: si concentra sul miglioramento della soddisfazione, del coinvolgimento e del benessere dei dipendenti. Strumenti come politiche di lavoro flessibili, opportunità di formazione e una Employee Value Proposition (EVP) ben definita sono fondamentali. L’EVP rappresenta ciò che un’azienda offre in cambio del talento e delle competenze dei suoi collaboratori: stipendi competitivi, crescita professionale e un ambiente lavorativo stimolante.
- Employer branding esterno: si occupa della percezione dell’azienda nel mercato del lavoro. Attraverso una comunicazione coerente su social media, siti di recruiting e altri canali, l’azienda costruisce la sua reputazione per attrarre candidati che si allineano con i suoi valori e obiettivi.
In entrambi i casi, è essenziale evitare il cosiddetto “gap di employer branding”, ovvero la discrepanza tra la promessa fatta ai dipendenti e la realtà del lavoro in azienda. D’altronde, come potrà parlare dell’azienda un dipendente a cui sono stati promessi flessibilità e percorsi di carriera ma che una volta messo piede in ufficio ha realizzato essere solo bugie?
Un gap di employer branding può danneggiare enormemente la reputazione aziendale e ridurre l’attrattività verso nuovi talenti e va, proprio per questo, evitato a tutti i costi.
Un focus sull’Employee Value Proposition
L’Employee Value Proposition (EVP) rappresenta l’essenza di ciò che un’azienda offre ai propri dipendenti in cambio del loro talento, impegno e competenze. È il pilastro su cui si costruisce una strategia di employer branding efficace, ma è molto più di un semplice elenco di benefit. L’EVP deve raccontare l’identità aziendale, riflettere i valori fondamentali e rispondere concretamente alle aspettative dei lavoratori.
Per creare un’EVP che attragga e fidelizzi i migliori talenti, è fondamentale partire da un’analisi approfondita: quali sono i valori più apprezzati dai dipendenti attuali? Quali aspetti della cultura aziendale possono fare la differenza nel mercato del lavoro? Da qui, l’EVP può essere definita attraverso cinque componenti chiave: compensazione economica, benefit, sviluppo professionale, cultura aziendale e bilanciamento vita-lavoro.
Un’EVP efficace non solo aiuta a differenziarsi dai competitor, ma agisce come un punto di riferimento per tutta la comunicazione interna ed esterna. Ad esempio, un’azienda che promuove la flessibilità lavorativa deve integrare questo elemento in ogni aspetto della sua EVP, dimostrando coerenza tra ciò che promette e ciò che offre realmente.
Scopri di più su come costruire una EVP vincente leggendo il nostro articolo qui.
Per chi è pensata la strategia di employer branding?
Una buona strategia di employer branding non si limita a parlare ai candidati, ma si rivolge a tre pubblici fondamentali: i candidati ideali, i dipendenti attuali e, in modo indiretto, anche i clienti e potenziali clienti. Ogni gruppo ha esigenze e aspettative diverse, ma è legato da un elemento comune: la percezione dell’azienda come luogo di lavoro desiderabile e affidabile.
I candidati ideali
La strategia di employer branding è pensata per attrarre sia i candidati attivi, ovvero coloro che cercano attivamente nuove opportunità lavorative, sia i candidati passivi, talenti che al momento non stanno cercando un nuovo lavoro ma che potrebbero essere persuasi dall’immagine di un’azienda attrattiva e innovativa. Questi ultimi, in particolare, sono il target del processo di talent acquisition, dove una strategia di hr employer branding solida diventa indispensabile per consolidare l’immagine dell’azienda e inviare un messaggio accattivante.
Il risultato? Arrivare ai migliori profili sul mercato prima dei competitor, aumentando le probabilità di costruire un team di eccellenza.
I dipendenti attuali
Un employer branding efficace non parla solo all’esterno, ma agisce anche internamente. Fidelizzare i dipendenti già presenti in azienda è essenziale per ridurre il turnover e mantenere alta la motivazione. Quando i collaboratori si sentono valorizzati e parte di un’organizzazione con una visione chiara e condivisa, lavorano meglio e contribuiscono a promuovere l’immagine aziendale. Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, una strategia ben strutturata può ridurre il turnover del personale fino al 28%, con evidenti vantaggi, come vedremo tra poco, in termini di costi di assunzione e di continuità operativa.
I clienti e potenziali clienti
Anche i clienti, attuali o futuri, vengono influenzati dall’employer branding. Un’azienda che si posiziona come datore di lavoro affidabile e innovativo rafforza la sua reputazione generale, consolidando il rapporto con chi sceglie i suoi prodotti o servizi. Dopotutto, un team motivato e soddisfatto è spesso percepito anche come garanzia di qualità verso l’esterno.
Perché puntare tutto sull’employer brand: i benefici
Adottare una solida strategia di employer branding non solo permette di attrarre i migliori talenti, ma ha anche un impatto positivo su diversi aspetti dell’organizzazione, migliorando la competitività e i risultati di business. Ecco i principali vantaggi che le strategie di employer branding, quando efficaci, possono offrire alle aziende:
- Attrarre e trattenere i migliori talenti: un employer brand forte aumenta l’attrattività dell’azienda agli occhi di candidati e dipendenti. Una reputazione positiva consente di conquistare i profili migliori e, al contempo, di fidelizzare quelli già presenti.
- Supportare la talent acquisition: l’employer branding rafforza la capacità dell’azienda di raggiungere anche i candidati passivi, ovvero quei talenti non attivamente in cerca di lavoro. Questo amplia il bacino di potenziali candidati qualificati.
- Ridurre i costi di recruiting: con un employer brand attrattivo, l’azienda può attirare talenti in modo naturale, riducendo la dipendenza da costosi annunci di lavoro o agenzie di selezione del personale.
- Aumentare l’employee engagement e la retention: dipendenti coinvolti e soddisfatti sono meno propensi a lasciare l’azienda. Un buon employer brand può ridurre il turnover del personale fino al 28%.
- Migliorare la reputazione del brand: un’immagine aziendale forte non si limita ad attrarre talenti, ma rafforza anche la percezione complessiva dell’organizzazione nel mercato.
- Differenziarsi dai competitor: perché i talenti dovrebbero scegliere la tua azienda? L’employer branding offre una risposta chiara, posizionandoti come datore di lavoro preferito rispetto ai concorrenti.
- Impatto positivo sul clima aziendale: un ambiente di lavoro positivo non solo rende i dipendenti più felici, ma aumenta anche la loro motivazione e produttività.
Come fare dei dipendenti dei Brand Ambassador
In un’era in cui la reputazione aziendale gioca un ruolo cruciale nella scelta di un datore di lavoro, i dipendenti possono diventare i migliori alleati per promuovere il brand aziendale. Ma come trasformarli in veri e propri Brand Ambassador? La chiave è semplice: valorizzarli, ascoltarli e coinvolgerli.
Un rapporto di comunicazione aperto è il primo passo per coinvolgere i dipendenti e trasformarli in ambasciatori del brand. In questo contesto, strumenti come il modulo Bacheca di MyNet, il social netowrk aziendale, rappresentano una soluzione strategica per molte imprese: attraverso una comunicazione chiara, accessibile e al passo con i tempi, è possibile aggiornare e coinvolgere i collaboratori, rafforzando il loro senso di appartenenza e creando un ambiente partecipativo. Quando i dipendenti si sentono parte integrante dell’organizzazione, è più probabile che diventino promotori spontanei dei suoi valori.
I social media, come LinkedIn, Twitter o Facebook, possono amplificare ulteriormente l’effetto dell’employer branding. Dipendenti motivati e coinvolti condividono con entusiasmo contenuti legati alla loro esperienza lavorativa, diventando portavoce autentici del brand aziendale. Nessuna campagna pubblicitaria può competere con la forza e la sincerità di chi vive l’azienda ogni giorno. Le testimonianze dirette dei collaboratori non solo attraggono nuovi talenti, ma migliorano anche la reputazione complessiva dell’azienda.
Tecniche e strategie per migliorare l’employer branding in ottica HR
Considerato che la “guerra dei talenti” è ancora un argomento più attuale che mai, costruire un employer brand forte è fondamentale per attrarre e trattenere i migliori professionisti. Employer branding, candidate experience ed employee experience sono concetti strettamente legati: solo un’azienda che soddisfa le aspettative dei suoi talenti può consolidare il rapporto con i dipendenti attuali e attirare nuovi candidati. Ecco alcune tecniche e strategie chiave per migliorare l’employer branding in ottica HR:
- Parti dai pilastri dell’employer brand: vision, mission e valori. Per distinguerti nella competizione per i talenti, devi costruire l’employer brand su una base solida: la vision, la mission e i valori fondamentali della tua azienda. Questi elementi devono essere chiari, coerenti e comunicati in ogni punto di contatto con i candidati e i dipendenti. Sono i pilastri su cui costruire una Employee Value Proposition (EVP) attraente, capace di riflettere la cultura aziendale e rispondere alle aspettative dei lavoratori.
- Sfrutta la tecnologia per l’HR management. Le varie HR suite sul mercato stanno rivoluzionando la gestione delle risorse umane, trasformandola in un processo più strategico. Attraverso strumenti di human capital management, le aziende possono prendere decisioni informate per migliorare la talent acquisition, la formazione e la fidelizzazione dei dipendenti. App come MyNet, ad esempio, introducono innovazioni come la gamification per aumentare l’engagement e piattaforme di e-learning integrato, che consentono ai dipendenti di formarsi anche in mobilità on-the-go, direttamente dal proprio smartphone.
- Migliorare la comunicazione interna. Una comunicazione efficace è alla base di una strategia di employer branding vincente. Strumenti come la Bacheca di MyNet permettono di condividere informazioni aziendali in modo rapido e coinvolgente, favorendo il dialogo tra i collaboratori. I post pubblicati possono persino essere ricondivisi sui social network dai singoli dipendenti, amplificando così il messaggio dell’azienda e trasformando i collaboratori in veri Brand Ambassador.
- Potenziare la presenza sui social media. I social network sono oggi strumenti indispensabili per attirare talenti, soprattutto quelli appartenenti alle generazioni digital native. Canali come LinkedIn giocano un ruolo cruciale: secondo l’Employer Brand Research di Randstad, il 47% dei candidati utilizza questa piattaforma per scoprire nuove opportunità di lavoro. Per costruire un employer brand efficace, è fondamentale condividere contenuti che valorizzino la cultura aziendale e offrano una visione autentica del lavoro all’interno dell’organizzazione.
- Ottimizzare l’esperienza dei candidati e dei dipendenti. Un’esperienza positiva, dal primo contatto fino alla crescita professionale, è il cuore di un employer branding efficace. Le aziende devono curare ogni tappa del journey lavorativo: dall’onboarding all’offerta di opportunità di sviluppo continuo. Ad esempio, moduli integrati come quello di formazione di MyNet permettono di mantenere i dipendenti aggiornati e motivati, riducendo il turnover e migliorando la retention.
Employer branding: in sintesi…
L’employer branding è diventato uno strumento indispensabile per le aziende che vogliono distinguersi come luoghi di lavoro desiderabili. Costruire un employer brand forte significa attrarre i migliori talenti, fidelizzare i dipendenti e consolidare la reputazione aziendale. Tuttavia, per avere successo, è fondamentale partire da basi solide: vision, mission e valori che riflettano l’identità dell’organizzazione e diano forma a una Employee Value Proposition (EVP) autentica e distintiva.
Come abbiamo visto, strumenti innovativi per la gestione delle risorse umane, come MyNet, rappresentano validi alleati per migliorare la comunicazione interna, favorire la crescita dei dipendenti e rafforzare il senso di appartenenza.
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