Il talent management: quando la gestione dei talenti diventa valorizzazione delle persone
I cambiamenti che stanno investendo il mondo del lavoro, dalle nuove tecnologie all’ingresso in campo di nuove generazioni con nuovi desideri e ambizioni, stanno costringendo le aziende a rivedere il mondo in cui operano e coinvolgono i propri collaboratori. Nel corso degli ultimi decenni la gestione del capitale umano (HCM, Human Capital Management) ha cominciato perciò ad orientarsi verso l’Employee Experience. Ha preso piede, in poche parole, il Talent Management, un insieme di strategie che non si basa più sulla valutazione del lavoro svolto dai singoli l’anno precedente ma si concentra, piuttosto, sul contributo che le persone possono offrire all’azienda in futuro, dai nuovi dipendenti a quelli già parte integrante del team.
Il Talent Management investe sul benessere dei collaboratori e ne garantisce una crescita professionale continua per poter così dar vita ad una forza lavoro coesa, motivata, competente e, quindi, altamente produttiva.
In questo articolo, scopriamo cos’è il Talent Management, perché è importante e come si misura.
Cos’è il Talent Management
Per capire davvero cos’è il Talent Management è innanzitutto necessario capire cosa non è. Perché il Talent Management non va confuso con la mera acquisizione dei talenti, ovvero con la selezione e l’inserimento di nuovi collaboratori all’interno della forza lavoro (qui abbiamo raccontato come farlo attraverso un’app).
Il Talent Management è piuttosto un approccio strategico messo in atto dal reparto HR che mira ad attrarre, assumere, trattenere e far crescere i talenti all’interno dell’azienda garantendo alti livelli di motivazione e di crescita professionale (con altrettanto alti livelli di retention).
Il processo del Talent Management, infatti, ha una duplice natura: da un lato, si tratta di acquisire nuovi profili da inserire in azienda, dall’altro di gestire e valorizzare al meglio quelli già presenti così da massimizzare l’apporto professionale.
L’espressione Talent Management risale agli anni ’90 e si traduce, in senso letterale, come “gestione dei talenti”. Eppure, più che di gestione, sarebbe preferibile parlare, appunto, di valorizzazione. Il Talent Management intuisce infatti il valore aggiunto che un collaboratore può apportare all’azienda nel corso del tempo, ne coglie le competenze attuali ma anche quelle che potrà sviluppare se valorizzato al meglio.
In cosa consiste la gestione e valorizzazione dei talenti
Il Talent Management è quindi una strategia a lungo termine che si distingue da azienda ad aziende ed include diversi sotto-obiettivi ed azioni necessarie a trattenere in azienda i migliori talenti aumentando così il tasso di retention.
L’abbiamo scritto e ripetuto più volte: la chiave per il successo aziendale sta nella soddisfazione del personale perché è questa a garantire un flusso costante di motivazione, innovazione e produttività capace di influenzare positivamente l’andamento dell’azienda.
Il Talent Management si rivolge tanto alle nuove risorse individuate attraverso attività di recruiting quanto alle risorse interne con l’obiettivo di individuarne le competenze e pianificare attività utili a far crescere le skill dei singoli.
Il suo obiettivo è quello di far emergere il meglio dalle persone grazie a percorsi di carriera pianificati per permettere ai singoli, e all’azienda nel suo complesso, di prosperare grazie a nuove skill. È evidente quindi che la formazione del personale assuma grande rilevanza declinandosi in attività di formazione, mentoring, coaching e esperienza personalizzate sul posto di lavoro.
Spetta quindi al Talent Management:
- Identificare le skill e le figure professionali mancanti in azienda;
- Avviare attività di recruiting e selezione di nuovi candidati;
- Gestire le attività di onboarding per un perfetto inserimento dei nuovi talenti;
- Pianificare le attività formative rivolte ai collaboratori presenti in organico;
- Monitorare il livello di motivazione del personale;
- Gestire le performance per assicurare il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine.
A cosa serve il Talent Management? Alcuni vantaggi
Come abbiamo visto, il Talent Management serve per attrarre, trattenere i talenti e motivare e favorire lo sviluppo delle competenze.
Come ogni strategia aziendale, ha naturalmente lo scopo ultimo di migliorare le prestazioni aziendali, aumentare la produttività, far crescere il fatturato e mantenere alti gli obiettivi di business. Per raggiungere tutti ciò il Talent Management si concentra su una serie di sotto-obiettivi che pongono attenzione alle persone nella convinzione che “investimento sulle performance individuali” sia sinonimo di “investimento sulle performance aziendali”.
Quindi, il Talent Management serve a:
- Attirare nuovi talenti: la gestione ottimale dei talenti in azienda permette di costruire attività di Employer Branding efficaci capaci di attrarre in maniera del tutto naturale i profili più adatti all’azienda;
- Supportare la crescita dei collaboratori: avviare attività formative continue rivolte ai collaboratori per promuoverne la crescita professionale è fondamentale per dotarsi di una forza lavoro competitiva e dotata delle skill più richieste. I vantaggi saranno numerosi, sia perché all’aumentare delle competenze delle persone in azienda aumentano anche performance e capacità d’innovazione dell’organizzazione, sia perché supportare la crescita continua dei singoli si traduce in fiducia nei confronti dell’azienda e maggior motivazione;
- Mantenere alto il livello di coinvolgimento dei dipendenti: investire nella crescita e nella valorizzazione delle persone consente di dotarsi di un organico ricco di persone altamente coinvolte, capaci di immaginare una propria crescita all’interno dell’azienda e pronte quindi, anche grazie alle nuove competenze, ad affrontare nuovi incarichi e responsabilità. Riconoscendosi come attori principali nel successo dell’azienda, i dipendenti coinvolti saranno in grado di contribuire alla crescita dei colleghi e di supportare una cultura aziendale positiva;
- Ridurre il turnover: tutto ciò che abbiamo descritto qui sopra rende evidente quanto il Talent Management sia prezioso nel ridurre il turnover aziendale. Collaboratori coinvolti, che percepiscono l’attenzione e gli investimenti dell’azienda sui singoli, che riescono concretamente a prevedere la propria crescita e il proprio sviluppo professionale faranno fatica ad immaginarsi in un’azienda diversa.
- Aumentare la soddisfazione dei clienti: concentrare la propria attenzione sugli individui che compongono l’organizzazione implica adottare un approccio organizzativo che celebra il potenziale dei singoli, il lavoro di gruppo e la comunicazione. Tutti questi valori emergeranno all’esterno, perché i collaboratori soddisfatti e preparati sapranno garantire la massima soddisfazione dei clienti finali.
Di cosa si occupa il Talent manager
Il Talent manager è una figura del reparto HR che ha il compito di mettere in atto le strategie e le iniziative utili a gestire e valorizzare i talenti. È lui, quindi, ad occuparsi delle attività necessarie al reclutamento di talenti adatti all’azienda e a dover cogliere il potenziale nascosto di tutte le persone presenti in organico per poter programmare i percorsi di formazione più adatti a valorizzarli.
Per assicurarsi del grado di motivazione dei singoli, il Talent manager definisce diversi momenti di ascolto e di scambio in cui raccogliere feedback preziosi attraverso i quali rivedere al meglio i processi organizzativi e decisionali. Un buon HR Talent manager infatti sa che con l’evolversi delle competenze dei collaboratori, riprogettare i paradigmi organizzativi diventa un’attività continua ma fondamentale per permettere di introdurre al meglio piani di migrazione e di ridefinizioni dei ruoli.
Come si misura la gestione dei talenti
Per tenere traccia dei risultati delle strategie di Talent Management esistono in realtà moltissimi KPI che si adattano alle diverse strategie adottate, alle diverse esigenze e ai diversi tipi di azienda e settore.
Ad ogni modo, ecco una breve carrellata di KPI da monitorare:
- Turnover: il tasso di ricambio dei dipendenti, magari confrontato con quello dell’anno precedente;
- Costo per assunzione: il costo medio per l’assunzione di un nuovo talento ad includere tutte le attività di recruiting e il tempo investito dalle risorse interne, dai manager agli addetti al recruiting;
- Budget per la formazione: il tempo e il denaro investiti in attività di formazione;
- Raggiungimento della produttività: il tempo necessario per i nuovi talenti inseriti in organico a raggiungere la piena produttività e autonomia. Generalmente si parla di qualche mese, ma tenere traccia di questo KPI è importante per poter valutare eventuali necessarie variazioni al processo di onboarding.
Il Talent Management: best practice con MyNet
Come abbiamo visto, non esiste gestione del talento che non si basi sulla formazione continua del personale e sulla comunicazione efficace.
Da questo punto di vista, offrire ai propri collaboratori un’app aziendale può garantire incredibili vantaggi, eliminando le distanze tra colleghi e tra responsabili e sottoposti e semplificando al contempo non solo le attività quotidiane legate al lavoro, ma anche le relazioni interpersonali e l’accesso alle varie attività organizzate dall’azienda allo scopo di mantenere alta la motivazione dei singoli.
Per fare degli esempi, con l’App MyNet è possibile sfruttare appieno le potenzialità di Armadietto, un vero e proprio raccoglitore di file che garantisce al personale la possibilità di accedere ai documenti aziendali con un semplice click dalla proprio App. Basterà infatti realizzare una cartella Onboarding da rendere accessibile ai soli nuovi ingressi in azienda e realizzare così un vero e proprio kit di benvenuto in cui condividere tutte le informazioni necessarie per affrontare al meglio il primo periodo in azienda: immagini con indicazioni relative ad uffici e aree comuni, documenti legati alla privacy (per i quali l’azienda può richiedere inoltre la firma elettronica), una vero e proprio manuale in cui spiegare il funzionamento degli strumenti in uso e così via. Senza dimenticare che introdurre i nuovi arrivati in Bacheca, un vero e proprio social network aziendale, permetterà loro di essere accolti dal benvenuto dell’intero organico.
Ma ancora, si consideri l’importanza del monitoraggio del livello di motivazione del personale. Come abbiamo visto sopra, è importante che l’HR Talent manager possa ritagliarsi dei momenti dedicati al feedback. Anche in questo caso, senza bisogno di ricorrere a mail o appuntamenti, basterà creare un sondaggio personalizzato da veicolare a tutti, o a specifici reparti o persone, all’interno del modulo Sondaggi dell’App MyNet. Una soluzione che semplifica l’attività del reparto HR, certo, ma anche quella dei collaboratori, che sapranno di potersi dedicare alla compilazione del sondaggio in qualsiasi momento, semplicemente utilizzando l’App.
Se ti interessa scoprire di più a proposito delle funzionalità dell’App aziendale MyNet, chiedi informazioni ad un membro del team. Saremo felici di raccontarti cosa MyNet può fare per le aziende del tuo settore. Contattaci!
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