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premio produzione: dipendente felice

Premio produzione dipendenti: meglio la retribuzione in denaro o i benefit aziendali?

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Mantenere alto il morale e la produttività dei dipendenti è uno dei compiti primari dei reparti HR di ogni azienda. Da diversi anni, i premi di produzione hanno assunto un ruolo primario tra le strategie per la creazione e il mantenimento del benessere sul lavoro. Anche chiamato premio aziendale o premio produttività, il premio di produzione erogato in busta paga o sotto forma di beni e servizi, è un ottimo strumento per fidelizzare i collaboratori e aumentare la motivazione, la soddisfazione e la retention combattendo così il turnover del personale.
In Italia sono già molte le aziende che hanno scelto di premiare i propri dipendenti rendendoli partecipi dei risultati economici ottenuti proprio grazie al loro lavoro. Il premio produzione aziendale è un compenso che si somma alla retribuzione di base ed è soggetto ad una tassazione recentemente modificata con la legge di Bilancio del 2023.

Ecco cos’è il premio di produzione, a chi spetta e quali sono le differenze tra compenso in denaro e benefit aziendali.

Cos’è il premio di produzione?

Il premio produzione, noto anche come premio produttività o premio aziendale, è un compenso in denaro o servizi che l’azienda eroga ai suoi dipendenti in aggiunta alla normale retribuzione di base.

Si tratta di una ricompensa riservata al singolo, ad un team o all’organico dell’azienda nel suo complesso che ha l’obiettivo di celebrare il raggiungimento di specifici obiettivi e risultati di business. Che si tratti di ricompense a seguito di un incremento del fatturato o della buona riuscita di un progetto, i premi di produttività possono intendersi come veri e propri bonus in denaro o in servizi, generalmente d’importo variabile.

La storia dei premi di produzione dipendenti risale agli anni ’60, quando questo bonus venne concepito come uno strumento per incentivare la produttività aziendale.

Ancora oggi, il premio produzione rappresenta uno dei modi in cui le aziende possono riconoscere ai propri dipendenti la loro dedizione e impegno al raggiungimento degli obiettivi. D’altronde, un riconoscimento di questo tipo è l’ideale anche per incrementare la qualità del lavoro e aumentare la soddisfazione dei dipendenti.

In particolare, questa integrazione premiale può essere erogata a fronte del conseguimento di traguardi professionali relativi a:

  • Maggior produttività
  • Maggior redditività
  • Miglior qualità
  • Miglior efficienza
  • Innovazione apportata.

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A chi spetta il premio produttività

Il premio di produttività può essere generalmente corrisposto a:

  • Singoli dipendenti: che si sono distinti per particolari meriti o per l’efficienza dimostrata
  • Team di lavoro: che hanno portato a termine con successo un progetto o mantenuto un’alta produttività in un preciso arco temporale
  • Team di dipendenti: che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi aziendali

L’erogazione dei premi di produttività aziendale è obbligatoria per legge quando questi sono previsti all’interno dei contratti collettivi del settore di riferimento, all’interno degli accordi sindacali o dei contratti di 2° livello aziendali o territoriali.

In tutti gli altri casi, si tratta invece di un riconoscimento che può essere erogato a discrezione del datore di lavoro e su indicazione diretta degli HR manager.

Quando sono corrispettivi di prestazioni contrattuali obbligatorie, e sono perciò bonus che vengono erogati regolarmente con continuità, questi premi assumono natura retributiva, ovvero incidono ai fini del calcolo degli istituti retributivi indiretti e su tredicesima, quattordicesima e TFR. Se rappresentano invece un premio sporadico, erogato dal datore di lavoro per riconoscere specifici meriti, il premio di produzione non ha natura retributiva.

Quando viene erogato: tempi e modalità

Ogni realtà gestisce i premi di produttività in modo diverso.

In effetti, non esistono regole uguali per tutti né per quanto riguarda le modalità di distribuzione né per quanto riguarda i criteri. Importi e frequenza sono infatti variabili e il premio produzione può essere erogato una tantum oppure distribuito con cadenza regolare nel corso dell’anno o in periodi specifici.

Nella maggior parte dei casi, il premio produzione viene erogato direttamente in busta paga una volta l’anno, generalmente il successivo rispetto a quello di riferimento. Più raramente, come abbiamo anticipato, le aziende possono optare per la distribuzione della ricompensa in diversi momenti dell’anno, magari per aumentare la produttività del personale in fasi particolarmente critiche e delicate o in base agli obiettivi raggiunti nello specifico arco temporale.

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Le diverse tipologie di premi di produzione aziendale

Il premio di produzione è parte integrante del welfare aziendale, ovvero di quell’insieme di benefit e servizi che l’azienda può mettere a disposizione dei propri dipendenti per migliorare la qualità e il benessere della loro vita professionale.

Il welfare aziendale comprende infatti tutta una serie di benefit che possono distinguersi, in linea generale, in due categorie:

  • Premio in denaro: viene erogato direttamente in busta paga
  • Servizio welfare: viene erogato sotto forma di voucher che i dipendenti possono utilizzare per riscattare diversi servizi. Parliamo, per fare degli esempi, di buoni pasto, buoni carburante, copertura delle spese mediche e così via.

La tassazione sul premio di produzione dipendenti

Come abbiamo anticipato, quando i premi di produttività sono regolati dai contratti nazionali di riferimento o sono una prassi consolidata all’interno dell’azienda, il bonus ha una natura retributiva, ovvero concorre alla definizione della retribuzione totale del dipendente ed è sottoposto ad una tassazione specifica.

Fino al 2022, i premi di produzione fino ad un massimo di 3.000€ venivano tassati con un’aliquota agevolata del 10% (a patto di non aver percepito un reddito superiore agli 80.000€). Con la legge di Bilancio 2023 (l. n. 197/2022), l’aliquota dell’imposta sostitutiva è stata ridotta al 5% con l’obiettivo, da un lato, di ridurre il carico fiscale e, dall’altro, di incentivare le aziende a riconoscere questa forma di compensazione.

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Premio di produzione in denaro o benefit aziendali?

Come abbiamo visto, il premio di produzione in denaro è però solo una delle strade percorribili dalle aziende e, a dire il vero, non sempre la preferita dai dipendenti e dai datori di lavoro.

La tassazione dei premi di produzione può infatti essere azzerata grazie ai benefit aziendali che non si traducono in denaro e non hanno natura retributiva.

Si tratta di beni, servizi e agevolazioni che permettono ai dipendenti di beneficiare del 100% della somma a loro destinata, completamente esente da tasse e contributi. Secondo una ricerca Randstad, tra i benefit più apprezzati dai dipendenti rientrano la maggior flessibilità di lavoro (42%), il sostegno e l’assistenza all’infanzia (27%), le opportunità di formazione (26%) e le prestazioni sanitarie (23%). A seguito della pandemia del Covid19, che ha rivoluzionato il mondo del lavoro, il 78% degli intervistati ha affermato di considerare lo smart working uno dei benefit aziendali più interessanti.

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Questo articolo è stato scritto da

Manuele CeschiaCEO di MyNet. Laureato in Economia e da sempre impegnato nel settore del marketing, della comunicazione e dell’organizzazione di eventi, si occupa dello sviluppo del progetto MyNet supportando il lavoro di tutti i team. Collabora con Università e Centri di formazione per condividere la sua esperienza professionale.

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