Cerca
grafica rappresentativa dei flexible benefit con primo piano su un vasetto di vetro contenente monetine tenuto tra le mani

Flexible benefit: cosa sono, vantaggi, tassazione e come costruire un piano efficace

Pubblicato da:

Come utilizzare al meglio i moduli dell’App MyNet nel tuo settore?

Scoprilo subito!

Negli ultimi anni, il welfare aziendale si è affermato come una leva strategica imprescindibile per le imprese che vogliono investire nel benessere organizzativo, migliorare il work engagement e rispondere in modo concreto alle nuove aspettative dei lavoratori. Un’evoluzione che, in realtà, non riguarda affatto solo le grandi aziende.
Secondo l’Osservatorio Welfare 2024 di Edenred, il 42% delle imprese italiane ha già attivato un piano di welfare strutturato, con una percentuale che sale al 53% tra le realtà con oltre 1.000 dipendenti.
Il punto è che in uno scenario in cui la centralità delle persone è ormai diventata un fattore competitivo e differenziante, il welfare non può più essere interpretato come un insieme di benefit standardizzati. Le organizzazioni sono chiamate oggi a costruire soluzioni capaci di adattarsi a esigenze diverse, migliorare la qualità della vita e rafforzare la relazione tra azienda e collaboratori. Ecco spiegato quindi il successo dei flexible benefit, che rappresentano una delle opzioni più efficaci per strutturare piani di welfare personalizzati e sostenibili.

Ma cosa sono davvero i flexible benefits? In che modo possono fare la differenza per l’azienda e per chi ci lavora? In questo articolo proveremo a rispondere a queste domande, approfondendo anche i vantaggi, la tassazione e le best practice da conoscere prima di costruire un piano di flexible benefit aziendali davvero efficace.

Flexible benefits: cosa sono e perché non vanno confusi con i fringe benefit

Ma quindi, i flexible benefits cosa sono esattamente? Con questo termine si indica un insieme di beni, servizi e agevolazioni non monetarie che le aziende possono mettere a disposizione dei propri dipendenti per migliorare il loro benessere e aumentare la motivazione sul lavoro.

Il tratto distintivo dei flexible benefit è la possibilità per ciascun lavoratore di scegliere le opzioni più adatte alle proprie esigenze, attingendo da un paniere predefinito messo a disposizione dall’azienda. Si parla quindi di un welfare personalizzabile, costruito attorno alle diverse fasi di vita e ai bisogni specifici delle persone.

Nonostante la somiglianza nel nome, i flexible benefit non vanno confusi con i fringe benefit. I fringe benefit comprendono beni o servizi che l’azienda assegna unilateralmente al dipendente come parte del pacchetto retributivo, ad esempio l’auto aziendale, i buoni spesa o il telefono ad uso promiscuo. Si tratta però di vantaggi standardizzati, spesso legati alla posizione ricoperta, che non prevedono libertà di scelta da parte del lavoratore.

I flexible benefit, al contrario, si basano su un principio di personalizzazione: il dipendente può scegliere come utilizzare il proprio credito welfare tra le opzioni proposte dall’azienda, in base alle proprie necessità. A questo si aggiungono differenze sostanziali anche sul piano fiscale. I flexible benefit sono regolati dall’art. 51 del TUIR e godono di un trattamento agevolato specifico, con soglie di esenzione e ambiti di applicazione ben definiti, su cui torneremo a breve parlando di tassazione.

I vantaggi

L’introduzione di un piano di flexible benefit ben strutturato può generare valore su più livelli: per i lavoratori, che ottengono soluzioni su misura in grado di migliorare la qualità della loro vita, e per le aziende, che rafforzano la propria attrattività, migliorano il clima interno e ottimizzano la gestione dei costi. È proprio questa capacità di rispondere a esigenze diverse, mantenendo al tempo stesso equilibrio economico e coerenza strategica, a rendere i flexible benefit uno degli strumenti più apprezzati all’interno delle politiche di welfare aziendale.

Per i dipendenti: personalizzazione e benessere concreto

Dal punto di vista del collaboratore, i flexible benefit rappresentano la possibilità di accedere a beni e servizi realmente utili e rilevanti, scelti in base alle proprie priorità personali e familiari. Il credito welfare può essere utilizzato per l’istruzione dei figli, la previdenza complementare, le spese sanitarie o la mobilità, solo per fare qualche esempio. Questa personalizzazione rende l’esperienza di lavoro più soddisfacente, rafforza il senso di appartenenza all’organizzazione e incide positivamente sulla motivazione quotidiana.

L’effetto è duplice: da un lato aumenta il benessere percepito, dall’altro si favorisce un maggiore equilibrio tra vita privata e professionale. Un aspetto sempre più rilevante soprattutto per le generazioni più giovani, che considerano la flessibilità e l’attenzione al work-life balance come criteri chiave nella scelta di un datore di lavoro.

Per le aziende: efficienza, attrattività e vantaggi fiscali

Sul fronte aziendale, i flexible benefit si confermano una leva efficace per attrarre e trattenere talenti, migliorando l’employer branding e rendendo più competitiva l’offerta di valore (Employee Value Proposition) verso i collaboratori. Permettono di costruire politiche retributive più flessibili, inclusive e capaci di valorizzare la diversità dei bisogni, senza necessariamente aumentare il costo del lavoro.

A questi vantaggi si aggiunge poi il beneficio fiscale. Grazie alla normativa vigente, le somme erogate sotto forma di flexible benefit possono godere di un regime di esenzione totale o parziale, generando risparmi sia per l’azienda che per il lavoratore. Una combinazione virtuosa tra sostenibilità economica e impatto positivo sul clima aziendale.

professionista in giacca e cravatta che tiene tra le mani dei blocchetti di legno con lettere che compongono la parola benefit

Esempi concreti di flexible benefit

Uno dei punti di forza dei flexible benefit è la loro versatilità. All’interno del paniere aziendale possono essere inclusi beni e servizi molto diversi tra loro, capaci di rispondere a esigenze personali, familiari e professionali.

La possibilità di costruire un’offerta su misura rende questo strumento particolarmente efficace per intercettare le aspettative di una popolazione aziendale sempre più eterogenea, composta da persone in fasi di vita differenti e con priorità spesso molto diverse.

Tra le soluzioni più comuni e apprezzate troviamo:

  • Contributi per la previdenza complementare
  • Assistenza sanitaria integrativa
  • Rimborsi per spese educative, come rette scolastiche, asili nido o corsi di formazione
  • Spese legate alla mobilità, come abbonamenti ai trasporti pubblici o bike sharing
  • Sostegno alla gestione familiare, comprese utenze domestiche, affitto e mutuo
  • Voucher per attività ricreative, viaggi, eventi culturali o sportivi
  • Buoni acquisto e gift card spendibili in una rete di esercizi convenzionati

Questa ampiezza di scelta consente a ogni collaboratore di valorizzare al meglio il proprio credito welfare e all’azienda di costruire un piano coerente con la propria cultura organizzativa, in linea con i bisogni concreti delle persone.

Tassazione dei Flexible Benefit: normativa e vantaggi fiscali

Abbiamo accennato più volte ai vantaggi fiscali dei flexible benefit: è arrivato il momento di fare chiarezza e capire come funziona davvero la tassazione e perché questo aspetto rappresenta un’opportunità concreta per aziende e lavoratori.

Il riferimento normativo principale è l’articolo 51 del TUIR, che disciplina le erogazioni in natura a favore dei dipendenti. I flexible benefit, se correttamente inquadrati, non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, a condizione che riguardino tipologie di beni e servizi specifici, individuati dalla legge. Parliamo, ad esempio, di spese per la previdenza complementare, l’assistenza sanitaria integrativa, l’istruzione dei figli o la mobilità sostenibile, come abbiamo visto nel paragrafo sopra.

È importante non confondere questo meccanismo con quello previsto per i fringe benefit, che invece sono soggetti a soglie di esenzione ben definite (1.000 o 2.000 € a seconda della presenza di figli fiscalmente a carico) e, in caso di superamento, diventano interamente imponibili. I flexible benefit, al contrario, non hanno un tetto univoco, ma seguono regole specifiche per ogni categoria di spesa: se rispettate, l’importo può essere totalmente esente, anche oltre le soglie previste per altri tipi di benefit.

Facciamo un esempio pratico. Se un’azienda assegna a un dipendente un credito welfare da 3.000 €, interamente utilizzato per servizi di istruzione, trasporto e sanità integrativa, l’importo sarà totalmente esente da IRPEF e contributi, purché ciascuna spesa rientri tra quelle ammesse dall’art. 51. In caso contrario – ad esempio se fosse erogato come premio in denaro – verrebbe tassato come qualsiasi altro reddito da lavoro.

Come strutturare un piano flexible benefit in azienda

Costruire un piano di flexible benefit efficace significa integrare ascolto, progettazione e visione strategica. Più che capire quali benefit offrire, si tratta di farlo con metodo, partendo dai reali bisogni delle persone e garantendo sostenibilità organizzativa ed economica. Ecco i principali passaggi da seguire:

  1. Analizza il contesto aziendale e i bisogni dei collaboratori
    Prima di tutto è fondamentale capire a chi ci si sta rivolgendo. Un’analisi attenta della popolazione aziendale – per età, ruolo, area geografica, situazione familiare – permette di identificare aspettative, priorità e bisogni concreti. Sondaggi interni, colloqui mirati o focus group possono fornire insight utili per una progettazione realmente centrata sulle persone.
  2. Definisci gli obiettivi del piano e il budget disponibile
    Ogni piano dovrebbe avere obiettivi chiari: migliorare la retention? Favorire il work-life balance? Potenziare il brand come datore di lavoro? A questi si collega la definizione del budget e la scelta della modalità di erogazione, ad esempio tramite piattaforme dedicate o provider esterni.
  3. Costruire il paniere dei benefit
    Una volta chiariti bisogni e obiettivi, si può comporre l’offerta di flexible benefit, bilanciando proposte classiche e soluzioni innovative. L’importante è offrire varietà, ma senza dispersione: meglio un paniere essenziale, ben comunicato e utile, che un catalogo dispersivo. È utile anche verificare la conformità con la normativa fiscale per evitare criticità in fase di erogazione.
  4. Pianificare una comunicazione chiara e coinvolgente
    Un piano efficace deve essere compreso da tutti. Vanno definiti strumenti, canali e momenti per spiegare cosa prevede l’iniziativa, come si utilizza e quali vantaggi comporta. Formazione, materiali esplicativi, canali digitali e un contatto diretto con l’ufficio HR aiutano a stimolare l’adesione e il coinvolgimento.
  5. Monitorare i risultati e aggiornare il piano nel tempo
    Il piano non è un blocco statico. Misurare l’uso dei benefit, raccogliere feedback, analizzare i dati di adesione consente di capire cosa funziona e cosa può essere migliorato. Le esigenze cambiano, così come la composizione dell’organico: prevedere revisioni periodiche permette di mantenere il piano sempre rilevante.

Gestire il welfare e i benefit aziendali? È più semplice con App MyNet

Tutto ciò che abbiamo visto finora, dall’ascolto dei bisogni alla comunicazione attiva, passando per la trasparenza del paniere e la raccolta di feedback, può diventare realtà in modo semplice e integrato grazie a MyNet.

App MyNet è infatti una soluzione modulare e 100 % personalizzabile, che consente alle aziende di scegliere solo i moduli più utili per il proprio contesto, costruendo un’app aziendale su misura, accessibile da smartphone, con il proprio brand e le proprie funzionalità.

Ecco come la piattaforma HR nata per migliorare la relazione e la comunicazione tra azienda e dipendenti supporta ogni fase dell’adozione di un piano flexible benefit:

  • Analisi e ascolto: il modulo Sondaggi consente ai manager di raccogliere in modo immediato le preferenze dei dipendenti attraverso survey digitali personalizzate. È possibile segmentare l’audience, notificare le persone al caricamento di un nuovo sondaggio e consultare le risposte ricevute in tempo reale. Le survey possono essere utilizzate per indagare esigenze legate ai benefit, ma anche per misurare il clima aziendale, l’engagement o l’efficacia delle comunicazioni.
  • Comunicazione trasparente e coinvolgente: il modulo Bacheca è un canale di comunicazione interna, strutturato come un social network aziendale. I manager possono pubblicare post testuali, immagini, video e documenti da rendere consultabili a tutti o a specifici gruppi di dipendenti organizzati per ruolo, area geografica o quant’altro. Perfetto per annunciare nuovi benefit, spiegare le modalità di utilizzo o gestire comunicazioni legate al welfare, ma anche per supportare la comunicazione HR nel suo complesso.
  • Centralizzazione dei servizi: il modulo I miei collegamenti permette di raccogliere in un unico spazio link e risorse esterne (es. piattaforme per l’utilizzo dei benefit, portali sanitari, regolamenti), mantenendo tutto accessibile in app. Può essere organizzato per categorie, include descrizioni, immagini e si integra con sistemi di autenticazione semplificata per un’esperienza fluida e senza interruzioni.
  • Monitoraggio e aggiornamenti: per i manager, tutta l’app è gestibile attraverso un pannello di amministrazione semplice e intuitivo, il BackOffice. È da lì che diventa possibile gestire le anagrafiche, analizzare dati di utilizzo e visualizzare metriche relative ad accessi, interazioni e partecipazione. Il tutto, senza necessità di supporto tecnico.

In questo modo, ogni azienda può contare su uno strumento versatile e sempre aggiornabile, capace di semplificare la gestione dei benefit e valorizzare la relazione con le proprie persone.

Welfare aziendale e flexible benefit: un binomio vincente

L’integrazione dei flexible benefit all’interno della strategia di welfare aziendale rappresenta oggi una leva concreta per costruire ambienti di lavoro più attenti, inclusivi e capaci di evolvere con le esigenze delle persone. Ben più di meri vantaggi economici, i benefit “flessibili” sono preziosi vantaggi in grado di attivare un circolo virtuoso che genera benessere, migliora la qualità della relazione tra azienda e collaboratori e alimenta un senso di appartenenza duraturo.

Se ben strutturato, un piano di flexible benefit è in grado di produrre effetti positivi sul lungo periodo: aumenta il livello di engagement, rafforza la reputazione del datore di lavoro e contribuisce a creare un contesto organizzativo più sano, sostenibile e attrattivo.

Per tutte le aziende che vogliono comunicare in modo efficace le proprie iniziative di welfare, semplificare l’accesso ai servizi e migliorare l’esperienza delle persone, MyNet mette a disposizione una piattaforma HR flessibile, personalizzabile e mobile-first. Contattaci per scoprire cosa MyNet può fare per la tua azienda.

Questo articolo è stato scritto da

Giulia Di SopraCustomer success manager di MyNet. Nel 2015 entra nel mondo del digitale lavorando nel dipartimento commerciale di un’azienda di servizi online. Dopo diversi anni all’estero rientra in italia e inizia la sua attività in MyNet dedicandosi all’organizzazione delle DEMO, alla formazione dei manager e all’assistenza clienti.

Guarda la demo