
Malattia professionale tra definizione, esempi e come ottenere il riconoscimento
Ogni giorno, milioni di persone lavorano in ambienti che, nel lungo periodo, possono mettere a rischio la loro salute. Dall’esposizione a sostanze chimiche nei laboratori fino ai disturbi muscolo-scheletrici di chi passa ore alla scrivania, le malattie professionali sono una realtà che non possiamo ignorare.
Per un’azienda attenta al benessere dei propri dipendenti, capire cosa fare quando un collaboratore si ammala a causa del lavoro non è solo un obbligo normativo, ma anche una questione di responsabilità e attenzione alle persone. E chi si occupa di risorse umane gioca un ruolo chiave in questo: sapere come gestire una malattia professionale significa supportare i lavoratori, garantire che vengano rispettati i loro diritti e, al tempo stesso, evitare rischi per l’azienda.
Ma quando una malattia si può definire “professionale”? Quali sono le più comuni e cosa prevede la normativa? In questo articolo risponderemo a queste domande, con uno sguardo pratico su cosa fare per gestire al meglio la situazione.
Cos’è la malattia professionale: definizione e differenze con l’infortunio sul lavoro
Quando si parla di malattia professionale, le domande che sorgono alla mente sono principalmente due: cosa si intende esattamente con malattia professionale? E che differenza c’è tra malattia professionale e infortunio sul lavoro?
Per rispondere alla prima domanda accorre in aiuto la normativa italiana, secondo la quale una malattia si considera professionale quando è direttamente causata dal lavoro svolto. In altre parole, non basta ammalarsi mentre si lavora: per essere riconosciuta come malattia professionale, la patologia deve derivare in modo specifico e dimostrabile dall’attività lavorativa stessa.
L’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) definisce infatti la malattia professionale come una condizione che si sviluppa a causa dell’esposizione prolungata a fattori di rischio presenti nell’ambiente di lavoro o connessi alla mansione svolta. Ed è proprio questo, in breve, a differenziarla dall’infortunio sul lavoro, che è invece un evento improvviso e accidentale.
Insomma, una malattia si considera professionale quando:
- Esiste un legame causa-effetto tra la patologia e il lavoro; ad esempio, la perdita dell’udito per l’esposizione continua a forti rumori
- Si manifesta in modo progressivo, spesso dopo anni di esposizione
- È riconosciuta nelle tabelle INAL oppure dimostrabile con una perizia medico-legale
Cosa dice la normativa sulla malattia professionale?
In Italia, il riferimento principale per il riconoscimento della malattia professionale è l’INAIL. Secondo l’Istituto, queste malattie si suddividono in due categorie:
- Malattie tabellate: sono quelle elencate nelle tabelle INAIL e si presumono automaticamente causate dal lavoro, senza necessità di ulteriori prove. Un esempio di malattia professionale tabellata è l’asbestosi, una patologia polmonare riscontrata in chi lavora a contatto con l’amianto.
- Malattie non tabellate: non sono incluse nelle tabelle, quindi per ottenerne il riconoscimento il lavoratore deve dimostrare il nesso tra la malattia e l’attività lavorativa. In questi casi, il percorso di denuncia può richiedere documentazione medica e legale più approfondita.
Esempi di malattie professionali più comuni
Le malattie professionali non colpiscono solo chi svolge lavori fisicamente impegnativi o chi è esposto a sostanze pericolose. Anche chi lavora in ufficio, alla guida di un veicolo o in settori creativi può sviluppare patologie legate alla propria attività lavorativa.
Ecco alcune delle malattie professionali più diffuse, suddivise per tipologia di rischio:
Malattie da esposizione a sostanze nocive
Queste patologie sono tipiche di chi lavora a contatto con agenti chimici o tossici. Alcuni esempi sono:
- Asbestosi e mesotelioma pleurico: causati dall’inalazione di polveri di amianto, comuni in edilizia e cantieristica navale
- Silicosi: colpisce chi è esposto a polveri di silice, come muratori e minatori
- Dermatiti da contatto: frequenti in chi lavora con solventi, detersivi industriali o prodotti chimici
Malattie muscolo-scheletriche e articolari
Si sviluppano a causa di movimenti ripetitivi, posture scorrette o carichi pesanti. Alcuni esempi sono:
- Sindrome del tunnel carpale: diffusa tra chi usa molto la tastiera o strumenti manuali (impiegati, operai, musicisti)
- Ernia del disco e lombalgie croniche: colpiscono autotrasportatori, operai e chi svolge lavori che prevedono il sollevamento di pesi
- Tendiniti e borsiti: frequenti nei settori dell’edilizia, della ristorazione e tra gli sportivi professionisti
Malattie respiratorie e cardiovascolari
- Asma professionale: tipica di chi lavora con polveri, fumi o allergeni (es. panificatori, parrucchieri, falegnami)
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO): associata all’inalazione prolungata di polveri sottili e gas tossici
- Ipertensione e patologie cardiache da stress: spesso legate a ritmi di lavoro frenetici e turni prolungati
Disturbi psichici e stress lavoro-correlato
Negli ultimi anni si è dato sempre più peso ai disturbi di origine psicologica legati all’ambiente di lavoro, ovvero i cosiddetti disturbi legati allo stress lavoro-correlato. Tra le patologie riconosciute:
- Burnout: uno stato di esaurimento fisico e mentale causato da stress lavorativo cronico
- Disturbi d’ansia e depressione: legati a carichi di lavoro eccessivi, mobbing o precarietà lavorativa
- Insonnia cronica: comune tra chi svolge lavori con turni irregolari o in orari notturni
Come ottenere il riconoscimento della malattia professionale
Scoprire di avere una malattia causata dal lavoro può essere destabilizzante, ma è importante sapere che esistono tutele specifiche per i lavoratori colpiti. L’INAIL offre infatti una copertura assicurativa che può prevedere indennizzi economici, cure sanitarie e in alcuni casi la pensione anticipata.
Ma come si ottiene il riconoscimento della malattia professionale? Ecco i passi da seguire:
- Denuncia della malattia professionale all’INAIL: il lavoratore deve rivolgersi al medico curante o a uno specialista, che rilascia un certificato medico con la diagnosi e il sospetto legame con l’attività lavorativa. Il datore di lavoro ha l’obbligo di trasmettere la denuncia all’INAIL entro 5 giorni dalla ricezione del certificato. Se il datore di lavoro non provvede, il lavoratore può inviare direttamente il certificato all’INAIL.
- Accertamenti medici e istruttoria INAIL: dopo la denuncia, l’INAIL avvia un’indagine medico-legale per verificare il nesso tra la malattia e il lavoro. Se la patologia è tabellata, il riconoscimento avviene più rapidamente. Se non è inclusa nelle tabelle INAIL, il lavoratore deve fornire ulteriore documentazione, come cartelle cliniche ed esami diagnostici. In alcuni casi, l’INAIL richiede visite mediche e accertamenti specialistici.
- Esito della richiesta: dopo la valutazione, l’INAIL può riconoscere la malattia professionale e attivare le tutele previste oppure rifiutare il riconoscimento. In caso di rigetto, il lavoratore può presentare ricorso amministrativo o giudiziario.
- Indennizzi e tutele per il lavoratore: se la malattia professionale viene riconosciuta, il lavoratore ha diritto a diversi tipi di supporto. L’INAIL può concedere un indennizzo per inabilità temporanea, una rendita per inabilità permanente o, nei casi più gravi, l’accesso alla pensione anticipata.
Perché è importante per un HR conoscere questa procedura?
Per chi lavora nelle risorse umane, conoscere il processo di riconoscimento della malattia professionale non è solo una questione burocratica, ma un aspetto fondamentale della gestione del personale. Essere informati significa poter supportare al meglio i dipendenti, aiutandoli a muoversi tra certificazioni mediche, iter amministrativi e richieste di indennizzo.
Inoltre, garantire che le pratiche vengano gestite in modo corretto riduce il rischio di sanzioni per l’azienda e assicura la compliance normativa. Infine, promuovere un ambiente di lavoro sano, prevenendo situazioni che possano portare all’insorgenza di malattie professionali, è un investimento sul benessere dei lavoratori e sulla produttività aziendale.
Gli obblighi di prevenzione delle aziende
Le malattie professionali rappresentano un rischio concreto per i lavoratori e una sfida per le aziende. Garantire un ambiente di lavoro sicuro è una responsabilità che coinvolge sia il datore di lavoro che i responsabili delle risorse umane. Oltre a rispettare gli obblighi di legge, un’azienda attenta alla salute dei propri collaboratori riduce il rischio di assenteismo, migliora la produttività e rafforza la fiducia dei dipendenti.
Per ridurre l’incidenza delle malattie professionali, le aziende devono adottare misure specifiche.
- Gestione e valutazione dei rischi e sorveglianza sanitaria: ogni attività lavorativa comporta esposizioni a fattori di rischio, che devono essere individuati e analizzati attraverso il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Nei settori più esposti, la normativa prevede controlli sanitari periodici, con la supervisione di un medico competente.
- Formazione e consapevolezza: l’HR ha il compito di promuovere una cultura aziendale orientata alla sicurezza. La formazione non è solo un requisito normativo, ma un investimento nella prevenzione. I lavoratori devono essere informati sui potenziali rischi e sulle corrette modalità di svolgimento delle attività per evitare patologie legate alla loro mansione.
- Dispositivi di protezione e adeguamento degli ambienti di lavoro: alcuni rischi possono essere mitigati con l’uso di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) come mascherine, guanti, caschi e cuffie antirumore. Tuttavia, la sicurezza passa anche attraverso ambienti di lavoro progettati per ridurre l’impatto sulla salute: una corretta illuminazione, postazioni ergonomiche e sistemi di ventilazione adeguati possono prevenire numerose patologie.
- Benessere organizzativo e prevenzione dello stress lavoro-correlato: la tutela della salute passa anche dalla gestione dei carichi di lavoro. Strategie come la flessibilità oraria, lo smart working e i programmi di welfare aziendale contribuiscono a migliorare il benessere dei dipendenti e a ridurre i fattori di rischio legati allo stress.
Il ruolo della digitalizzazione nella gestione delle malattie professionali
Gestire la sicurezza e la salute dei dipendenti richiede organizzazione, monitoraggio costante e una comunicazione efficace. Le aziende devono raccogliere e archiviare documenti sanitari, monitorare scadenze legate ai controlli medici e gestire eventuali pratiche di riconoscimento della malattia professionale. Se questi processi vengono affrontati con strumenti tradizionali, il rischio è quello di perdere informazioni importanti o di rallentare le procedure.
Le soluzioni digitali permettono di rendere tutto più efficiente, sicuro e trasparente. In poche parole? Ci pensa MyNet.
MyNet è la piattaforma HR nata per supportare gli HR manager nell’ottimizzazione dei processi e delle risorse che rende possibile, tra le varie cose, semplificare la gestione della salute e della sicurezza sul lavoro. Con MyNet le aziende possono infatti:
- Centralizzare i documenti: ogni certificato medico, documento di sorveglianza sanitaria e pratica INAIL può essere archiviato e reso accessibile in pochi clic, senza il rischio di smarrimenti o errori.
- Monitorare le scadenze sanitarie: con MyNet è possibile impostare notifiche automatiche per visite mediche, controlli di sorveglianza sanitaria e aggiornamenti normativi, evitando ritardi o dimenticanze.
- Rendere la comunicazione interna più efficace: la piattaforma facilita la diffusione di informazioni sui protocolli di sicurezza, le procedure da seguire in caso di malattia professionale e le best practice per la prevenzione, migliorando la consapevolezza dei dipendenti.
- Gestire in modo semplificato le denunce di malattia professionale: HR e manager possono gestire in modo più strutturato la raccolta delle informazioni necessarie per la denuncia all’INAIL, riducendo i tempi di gestione e garantendo il rispetto della normativa.
Malattia professionale: una conclusione
La malattia professionale è un tema che riguarda tanto i lavoratori quanto le aziende. Conoscerne la definizione, le tutele previste dalla normativa e i passi da seguire per il riconoscimento è essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle leggi. Per chi si occupa di risorse umane, avere gli strumenti giusti per gestire queste situazioni significa tutelare i dipendenti, ridurre i rischi e promuovere una cultura aziendale attenta alla salute e al benessere.
Digitalizzare i processi legati alla sicurezza sul lavoro, come avviene con MyNet, consente di rendere la gestione più semplice, chiara ed efficace. Prevenzione, monitoraggio e organizzazione diventano così parte integrante di un sistema che valorizza le persone e il loro lavoro.
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