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Come gestire un infortunio sul lavoro tra procedure e strumenti utili
Ogni azienda, grande o piccola, è fatta prima di tutto dalle persone che ci lavorano. Ecco perché prendersi cura del loro benessere non è solo un obbligo, ma un impegno per costruire un ambiente di lavoro sicuro e sereno. Eppure, nonostante tutte le precauzioni, gli infortuni sul lavoro possono capitare.
Per affrontare queste situazioni con consapevolezza, è importante partire da due domande chiave: cosa si intende per infortunio sul lavoro e chi paga quando si verifica? In Italia, ogni lavoratore è tutelato dall’assicurazione obbligatoria dell’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), che garantisce il risarcimento economico e la tutela sanitaria.
Per le aziende però, essere preparate non significa solo rispettare gli obblighi di legge relativi la gestione dell’infortunio e del rischio in azienda (ne parliamo qui), ma anche adottare strumenti e misure che aiutino a prevenire gli infortuni. In questo articolo, vedremo cosa si intende per infortunio sul lavoro, quali sono le procedure da seguire e come strumenti innovativi, come l’App MyNet, possono semplificare la gestione e migliorare la prevenzione.
Cosa si intende per infortunio sul lavoro: una definizione
Un buon punto di partenza per comprendere che cosa si intende per infortunio sul lavoro è naturalmente la definizione fornita dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Secondo quanto riportato dal sito ufficiale, un infortunio sul lavoro è un qualsiasi evento improvviso e violento che causa una lesione fisica o mentale a un lavoratore durante l’attività lavorativa (o in relazione a essa). Un infortunio al lavoro può comportare una temporanea o permanente incapacità di svolgere le proprie mansioni, o nei casi più gravi, un danno biologico permanente o la perdita della vita.
Tra gli esempi che rientrano nella definizione di infortunio sul lavoro ci sono incidenti come cadute, urti con macchinari, esposizione a sostanze nocive o anche traumi da sforzo ripetitivo. Un’altra categoria importante è quella degli infortuni in itinere, riconosciuti dall’INAIL dal 2000, che includono situazioni come il tragitto casa-lavoro o gli spostamenti effettuati per motivi di lavoro. Anche pause pranzo e trasferte possono rientrare in questo ambito, ampliando ulteriormente il raggio di tutela per i lavoratori.
E per chi lavora in smart working? Anche qui, la legge italiana è chiara: la normativa sul lavoro agile (Legge 81/2017) garantisce ai lavoratori in modalità remota le stesse tutele e diritti di chi lavora in presenza, a patto che l’infortunio sia riconducibile all’attività lavorativa.
Infortunio in itinere: la tutela dell’INAIL
Come abbiamo anticipato sopra, non tutti gli infortuni sul lavoro avvengono direttamente sul luogo di lavoro o durante l’orario lavorativo. Esiste infatti una particolare categoria di eventi chiamata infortunio in itinere, che si riferisce agli incidenti accaduti durante il tragitto casa-lavoro o in altri percorsi correlati all’attività lavorativa.
Per essere considerato un infortunio in itinere, l’evento deve verificarsi in situazioni specifiche. Tra queste rientrano:
- Il tragitto casa-lavoro, ovvero il percorso abituale e necessario per raggiungere il luogo di lavoro dal proprio domicilio e viceversa;
- Il tragitto tra due luoghi di lavoro, nei casi in cui il lavoratore abbia più rapporti di lavoro contemporaneamente;
- Il tragitto per la pausa pranzo obbligatoria, quando il dipendente si sposta dal luogo di lavoro a quello in cui consuma il pasto, se la mensa aziendale non è disponibile o non si trova nello stesso luogo.
Secondo la normativa, per essere tutelato dall’INAIL, l’infortunio in itinere deve verificarsi durante il “percorso normale”, ovvero quello più breve, ragionevole e solitamente intrapreso dal lavoratore. L’INAIL riconosce anche i tragitti effettuati con mezzi pubblici, a piedi o con mezzi privati (auto, moto o bici), purché questi ultimi siano indispensabili per raggiungere il luogo di lavoro.
Ad ogni modo, per il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro in itinere, il nesso causale tra il percorso e l’attività lavorativa rimane un elemento fondamentale.
Gli elementi che concorrono alla definizione di infortunio
Perché un evento possa essere classificato come infortunio sul lavoro e attivare la copertura assicurativa dell’INAIL, devono sussistere contemporaneamente tre elementi fondamentali. Nello specifico stiamo parlando di:
- Lesione: ovvero una modificazione negativa dell’apparato psicofisico del lavoratore, che può compromettere temporaneamente o permanentemente la sua capacità di svolgere le mansioni lavorative.
- Causa violenta: secondo la definizione fornita dall’INAIL, la causa violenta è “un fattore che opera dall’esterno nell’ambiente di lavoro, con azione intensa e concentrata nel tempo“. Gli elementi distintivi di una causa violenta sono l’efficienza (il fattore deve avere la forza necessaria per provocare un danno), la rapidità (l’azione si verifica in un tempo breve) e l’esteriorità (la causa deve essere esterna rispetto al lavoratore). Per semplificare, esempi comuni includono il contatto con sostanze tossiche, virus o parassiti, sforzi muscolari intensi o condizioni climatiche avverse.
- Occasione di lavoro: tra l’attività lavorativa svolta e l’incidente che ha causato l’infortunio deve esserci un nesso, anche indiretto. Questo significa che l’evento deve essere in qualche modo collegato al contesto lavorativo, sia durante lo svolgimento delle mansioni che in situazioni correlate (come trasferte o spostamenti legati al lavoro).
Questi tre elementi (lesione, causa violenta, occasione di lavoro) sono ciò che distingue un infortunio sul lavoro da una malattia professionale, che invece si sviluppa nel tempo come conseguenza dell’esposizione continuativa a fattori di rischio legati al lavoro. Mentre l’infortunio lavorativo è causato da un evento improvviso e violento, la malattia professionale è invece il risultato di una condizione graduale e prolungata, come esposizione a rumore, sostanze tossiche o posture scorrette.
Cosa fare in caso di infortunio sul lavoro
Affrontare un infortunio sul lavoro può essere complicato, soprattutto se non si ha esperienza con le procedure da seguire. In questi casi, è normale che sia i dipendenti sia i responsabili HR si trovino a chiedersi: come funziona? Quali sono le responsabilità del datore di lavoro? E quali quelle del lavoratore?
Per garantire una gestione efficace e il rispetto delle normative, è importante che entrambe le parti conoscano chiaramente i passi da compiere. Ogni situazione richiede attenzione sia agli obblighi legali, come la comunicazione tempestiva all’INAIL, sia al supporto pratico per il dipendente coinvolto.
Per il dipendente: la procedura da seguire per l’infortunio sul lavoro
In caso di infortunio sul lavoro, la priorità per il dipendente è naturalmente ricevere le cure necessarie. A seconda delle circostanze, il lavoratore può rivolgersi al medico aziendale, se presente, così come al medico di fiducia o al Pronto Soccorso più vicino.
Dopo aver ricevuto l’assistenza sanitaria, il dipendente ha l’obbligo di informare il datore di lavoro nel minor tempo possibile mentre il medico o la struttura sanitaria che presta le cure è tenuto a rilasciare un certificato medico. Qui deve essere contenuta la diagnosi dettagliata dell’infortunio e il numero di giorni di inabilità lavorativa.
Secondo la procedura in materia di infortuni sul lavoro stabilita dalla normativa vigente, il certificato medico deve essere inviato telematicamente all’INAIL dal medico stesso. Una volta ricevuto, il dipendente deve comunicarne al datore di lavoro:
- il numero identificativo del certificato;
- la data di rilascio;
- il totale dei giorni di prognosi indicati nel documento.
Il datore di lavoro: come funziona l’infortunio sul lavoro
Come visto nel paragrafo precedente, il dipendente infortunato ha l’obbligo di comunicare tempestivamente al datore di lavoro gli estremi del certificato medico e tutti i dettagli richiesti. Una volta ricevuta questa comunicazione, il datore di lavoro è tenuto a seguire una serie di procedure previste dalla legge, in particolare dall’articolo 53 del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro.
Ecco i principali obblighi del datore di lavoro in caso di infortunio sul lavoro:
- Denuncia all’INAIL entro 2 giorni: il datore di lavoro deve trasmettere all’INAIL la denuncia di infortunio entro 2 giorni dalla ricezione del certificato medico trasmesso dal medico curante o dalla struttura sanitaria. Questo vale per gli infortuni che comportano una prognosi superiore ai 3 giorni (escluso quello dell’evento).
- Comunicazione urgente in caso di pericolo di morte: se l’infortunio è mortale o comporta un pericolo di morte, il datore di lavoro deve comunicarlo entro 24 ore, utilizzando qualsiasi mezzo che permetta di comprovare l’invio. In questo caso, resta comunque obbligatoria la successiva denuncia formale nei termini di legge.
- Aggiornamento in caso di prolungamento della prognosi: se un infortunio inizialmente giudicato guaribile entro tre giorni viene successivamente prolungato oltre il quarto giorno, il datore di lavoro è obbligato a inviare una nuova denuncia all’INAIL entro 2 giorni dalla ricezione del certificato aggiornato.
- Comunicazione a fini statistici e informativi: per gli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno (escluso quello dell’evento), il datore di lavoro deve inoltrare la “Comunicazione di infortunio” a fini statistici e informativi, come richiesto dalla normativa.
Cosa succede in caso di denuncia tardiva?
Il rispetto dei termini previsti dalla legge è fondamentale. In caso di ritardo nella denuncia di un infortunio, il datore di lavoro può incorrere in sanzioni amministrative, come previsto dall’articolo 53 del Testo Unico. Queste sanzioni si applicano sia per la mancata denuncia entro i termini, sia per i ritardi relativi alle comunicazioni a fini statistici e informativi.
Risarcimento danni post infortunio sul lavoro: chi paga?
Quando si verifica un infortunio sul lavoro, è importante sapere come vengono gestiti economicamente i giorni di assenza e chi è responsabile del pagamento. La procedura varia a seconda della durata della prognosi e si suddivide tra il datore di lavoro e l’INAIL.
Per quel che concerne il datore di lavoro:
- È obbligato a corrispondere l’intera retribuzione per la giornata in cui si verifica l’infortunio;
- È tenuto a garantire al lavoratore almeno il 60% della retribuzione giornaliera per i primi 3 giorni successivi all’infortunio (definiti “periodo di carenza”), salvo eccezioni previste dal CCNL o da accordi individuali.
Per quel che concerne l’INAIL:
- Eroga l’indennità economica al dipendente che ha subito un infortunio sul lavoro a partire dal quarto giorno di assenza. L’importo del risarcimento si calcola sulla base della retribuzione media giornaliera (RMG) del lavoratore e segue queste percentuali:
- 60% della RMG dal quarto giorno fino al 90° giorno di assenza;
- 75% della RMG dal 91° giorno fino alla guarigione clinica del dipendente.
Molti contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) prevedono che il datore di lavoro integri l’indennità economica dell’INAIL per garantire che il dipendente riceva un importo pari o vicino alla retribuzione normale. Questo rappresenta un ulteriore sostegno per il lavoratore, che può così affrontare il periodo di assenza senza subire una perdita significativa di reddito.
Come si calcola l’indennizzo
In caso di infortunio sul lavoro, il calcolo dell’indennizzo è effettuato direttamente dall’INAIL, che esamina le conseguenze dell’evento sul lavoratore. Questo processo tiene conto di diversi fattori, tra cui il danno economico generato dall’infortunio, l’eventuale invalidità permanente e il periodo di inabilità temporanea. L’obiettivo è garantire un trattamento equo e uniforme, basandosi su tabelle di risarcimento predefinite che evitano disparità tra i lavoratori.
Secondo il decreto ministeriale n. 45/2019, il calcolo dell’indennizzo si basa sui seguenti principi:
- Tipologia di menomazione: il tipo di danno subito dal lavoratore;
- Percentuale di menomazione: il grado di invalidità verificato;
- Fascia d’età: l’età del lavoratore al momento dell’infortunio.
Le tabelle di risarcimento forniscono i riferimenti per determinare l’ammontare dell’indennizzo relativo al danno biologico subito, che può essere erogato in forma di capitale o rendita, a seconda della percentuale di invalidità accertata:
- Invalidità inferiore al 6%: nessun indennizzo è previsto, poiché rientra nella franchigia stabilita dalla legge.
- Invalidità tra il 6% e il 15%: l’indennizzo è erogato in forma di capitale, secondo la “Tabella di indennizzo per danno biologico”.
- Invalidità pari o superiore al 16%: l’indennizzo è corrisposto sotto forma di rendita, basandosi sia sulla “Tabella di indennizzo per danno biologico” sia sulla “Tabella dei coefficienti”.
Se il lavoratore ritiene che la valutazione dell’INAIL non sia corretta, ha il diritto di presentare ricorso presso la sede INAIL competente per il proprio domicilio, secondo quanto disposto dall’articolo 104 del Testo Unico. Questo ricorso rappresenta un’opportunità per rivedere la valutazione e ottenere un indennizzo conforme alle proprie condizioni.
L’importanza della sicurezza sul lavoro: prevenzione e consapevolezza
La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo legale, ma un vero e proprio investimento sul benessere e sulla produttività dell’azienda. Ogni datore di lavoro e lavoratore ha il compito di promuovere e rispettare le normative in materia di prevenzione e gestione degli infortuni, contribuendo così a creare un ambiente sicuro e protetto per tutti.
Il principale riferimento normativo in Italia è il D.Lgs. 81/2008, che stabilisce un quadro dettagliato delle misure da adottare in azienda per prevenire gli infortuni e garantire la sicurezza sul lavoro. Questa normativa coinvolge sia il datore di lavoro, che ha il compito di predisporre strumenti e strategie adeguati, sia i dipendenti, chiamati a rispettare le regole e a prendersi cura della propria salute e sicurezza.
Tra gli obblighi principali per il datore di lavoro troviamo:
- La valutazione dei rischi e l’elaborazione del relativo documento;
- La creazione di un ambiente di lavoro sicuro e protetto;
- La formazione continua e l’informazione dei lavoratori sui rischi e sulle procedure di primo soccorso;
- La nomina di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).
Anche i lavoratori, tuttavia, hanno un ruolo chiave: devono attenersi alle indicazioni ricevute, utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale (DPI), segnalare eventuali anomalie o rischi, e sottoporsi ai controlli sanitari previsti.
Promuovere la cultura della prevenzione con i giusti strumenti
Gli infortuni sul lavoro non sono solo una questione di procedure: spesso, alla base, c’è un comportamento scorretto o una mancata consapevolezza dei rischi. Una gestione efficace della sicurezza richiede strategie chiare, formazione continua e strumenti che semplifichino il monitoraggio e la comunicazione.
Con l’aiuto di soluzioni tecnologiche come l’App MyNet, è possibile trasformare l’approccio alla sicurezza, integrandola nelle operazioni quotidiane dell’azienda. Ecco alcune azioni concrete che possono essere supportate da MyNet:
- Comunicazione rapida e centralizzata: l’App per le risorse umane consente di notificare immediatamente eventuali pericoli o anomalie tanto ai responsabili che ai dipendenti, garantendo interventi tempestivi.
- Formazione personalizzata: grazie al modulo Formazione, dedicato alla formazione on the go del personale, i lavoratori possono accedere a corsi e aggiornamenti sulla sicurezza direttamente dal proprio smartphone, aumentando la consapevolezza sui rischi.
- Monitoraggio continuo: MyNet permette di gestire facilmente il piano di sicurezza aziendale, raccogliendo e aggiornando dati su aree critiche, DPI distribuiti e report di eventuali incidenti o quasi-incidenti.
- Tracciamento delle segnalazioni: ogni anomalia segnalata dai dipendenti può essere documentata e monitorata fino alla sua risoluzione, migliorando la trasparenza e la fiducia tra lavoratori e azienda.
Promuovere una cultura della prevenzione significa anche responsabilizzare i dipendenti, coinvolgendoli attivamente nella segnalazione dei rischi e nella cura del proprio ambiente di lavoro. Con strumenti pratici e intuitivi come MyNet, è possibile rendere la sicurezza un valore condiviso, evitando che venga percepita come un obbligo burocratico.
Investire nella sicurezza significa valorizzare le persone e proteggere l’azienda. Oltre a garantire il rispetto delle normative, creare un ambiente di lavoro sicuro migliora il benessere generale e aumenta la produttività. Grazie a strumenti innovativi come l’App MyNet, è possibile gestire in modo più semplice ed efficace ogni aspetto legato alla sicurezza, dalla prevenzione alla gestione degli infortuni.
La sicurezza non è solo una responsabilità, ma un’opportunità per costruire un ambiente aziendale sano, collaborativo e orientato al futuro.
Non sai da dove iniziare per migliorare la sicurezza in azienda? Contattaci e scopri perché un’app HR potrebbe essere il giusto punto di partenza.
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