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risk management: infografica con grafico relativo a livello di rischio

Gestione del rischio: i principi, le fasi e l’importanza del Risk management in azienda

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Oggi più che mai, il Risk management è diventato un alleato prezioso per le aziende, chiamate ad affrontare un mondo pieno di incertezze. Tra crisi economiche, cyber-attacchi, cambiamenti climatici e tensioni geopolitiche, le minacce che possono mettere in difficoltà un business sono tante e sempre più complesse.
Una gestione del rischio efficace permette di affrontare queste sfide in modo proattivo, non solo riducendo i pericoli, ma trasformandoli in occasioni di crescita. Per fare questo, le aziende devono identificare e dare priorità ai rischi che contano davvero, riconoscendo le proprie criticità e migliorando i punti deboli. Con un approccio integrato e strategico, il Risk management aiuta a garantire la continuità operativa e a costruire un percorso di crescita solido, anche in un mondo che cambia di continuo. Ma che cosa si intende con Risk management aziendale e quali sono gli step da seguire per implementare una strategia di gestione del rischio?

Cos’è il Risk management: una definizione

Il Risk management, o gestione del rischio, è un processo aziendale che ha l’obiettivo di valutare e pianificare tutte le attività necessarie per ridurre l’impatto di rischi che potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi aziendali o la business continuity.

Il Risk management aziendale adotta perciò un approccio olistico e integrato che permette alle organizzazioni di identificare, quantificare e mitigare i rischi, sia quelli derivanti da fattori interni che quelli legati a variabili esterne. Di fatto, si tratta quindi di uno strumento sempre più strategico per le imprese: grazie a una gestione strutturata e preventiva dei rischi, le aziende sono in grado di affrontare le incertezze e di salvaguardare la propria stabilità operativa.

Il ruolo e l’importanza del Risk management in azienda

Il Risk management è un processo fondamentale per ogni azienda che voglia proteggere il proprio valore e far crescere il business in modo solido e sicuro. In pratica, si tratta di analizzare con metodo i possibili rischi che potrebbero compromettere la strategia aziendale e ridurre al minimo i loro effetti negativi. Come vedremo in questo articolo, questa gestione passa per alcune fasi chiave: individuazione, valutazione, trattamento e controllo dei rischi, che aiutano non solo a tutelare le risorse, ma anche a usarle al meglio. Chi si occupa di Risk management in azienda, comunemente chiamato Risk Manager, lavora in prima linea per evitare danni, ma anche per scovare opportunità che possano aumentare il valore dell’azienda.

Ma non si tratta solo di contenere i rischi: un buon Risk management aziendale aiuta anche a migliorare l’organizzazione sotto diversi aspetti, come la protezione del patrimonio, la salvaguardia della reputazione e la valorizzazione delle persone chiave. Gestire i rischi nel modo giusto vuol dire anche migliorare la fiducia di clienti, partner e stakeholder: sapere che l’azienda è preparata a prevenire e affrontare le difficoltà rafforza i rapporti e crea un ambiente di lavoro più sicuro per tutti.

grafica di sagoma di carta a forma di persona che sostiene dei blocchetti di legno che stanno per cadere

Le diverse tipologie di rischio

I rischi per un’azienda possono arrivare da diverse direzioni, ed è utile conoscerli per gestirli al meglio.

  • Rischi strategici: riguardano il posizionamento competitivo e il raggiungimento degli obiettivi a medio e lungo termine. Sono legati all’evoluzione del settore di appartenenza, al portafoglio di clienti e fornitori, e alla capacità dell’azienda di mantenere o migliorare il proprio valore sul mercato.
  • Rischi finanziari: possono dipendere da variazioni nelle risorse finanziarie disponibili o nelle condizioni di mercato. Qui rientrano il rischio di liquidità (ossia l’accesso immediato ai fondi aziendali), il rischio di credito (possibilità che un cliente non paghi) e il rischio di mercato, ad esempio oscillazioni nei tassi d’interesse o nei costi delle materie prime, che possono incidere sui margini aziendali.
  • Rischi operativi: sono relativi ai rischi interni legati ai processi aziendali. Problemi nei sistemi gestionali, guasti o interruzioni nei processi possono compromettere la capacità operativa dell’azienda, causando danni materiali o, peggio ancora, blocchi delle attività.
  • Rischi legali e di compliance: rappresentano rischi legati al rispetto delle leggi, dei regolamenti e dei codici etici. Non essere conformi può portare a sanzioni, perdite finanziarie e danni d’immagine, minando la fiducia di clienti e stakeholder. Conoscere e monitorare tutte queste tipologie di rischi permette all’azienda di reagire con prontezza, proteggendo così il proprio business e creando una base più sicura per crescere.

Il risk management secondo la normativa: lo standard ISO 31000

La gestione del rischio è però ben più che una semplice buona pratica aziendale: è un approccio strategico che trova supporto nello standard internazionale ISO 31000, introdotto per la prima volta nel 2009. Questo standard, diventato un punto di riferimento per le organizzazioni di tutto il mondo che puntano a creare valore e a proteggersi da potenziali minacce, incoraggia le aziende a gestire i rischi in modo strutturato, non solo per ridurre al minimo le minacce, ma anche per cogliere nuove opportunità.

Con l’aumento dei rischi e la crescente complessità dei mercati globalizzati, nel 2018 lo standard ISO 31000 è stato aggiornato per riflettere un approccio ancora più ampio e dettagliato. Oggi, ISO 31000:2018 offre una serie di linee guida complete per un’analisi dei rischi più efficace e proattiva, aiutando le aziende di ogni settore e dimensione a migliorare l’efficienza gestionale, a valutare i rischi in modo più accurato e a prendere decisioni informate e ponderate.

La norma non è però solo uno strumento tecnico: sottolinea infatti come il Risk management debba essere inteso in quanto processo continuo e pilastro per la governance e la leadership. Grazie a ISO 31000, la gestione del rischio diventa parte integrante delle attività quotidiane, influenzando le decisioni strategiche e operando a tutti i livelli dell’organizzazione. Inoltre, lo standard spinge le aziende a considerare non solo i fattori esterni, ma anche quelli interni, inclusi il comportamento umano e i valori culturali, per garantire un approccio davvero completo e responsabile.

Le fasi chiave del Risk management

Il Risk Manager segue un metodo strutturato e ben preciso, che guida le aziende nell’affrontare i rischi a 360 gradi.

Definizione della propensione al rischio: qual è il rischio massimo che puoi sostenere?
Il primo passo è capire fino a dove l’azienda è disposta (e può permettersi) di spingersi in termini di rischio. Questo si fa analizzando due valori:

  • Risk capacity: il livello massimo di rischio che l’azienda può sostenere prima di trovarsi in difficoltà finanziarie serie. Questo dato è oggettivo e si ricava dal bilancio.
  • Risk appetite: la propensione al rischio stabilita dai vertici aziendali, basata su quanto l’azienda è disposta a perdere in termini di margini, liquidità o altri asset come reputazione ed etica.

Identificazione dei rischi: da dove possono arrivare i pericoli per la tua azienda?

Dopo aver stabilito la propensione al rischio, è il momento di identificare i rischi specifici a cui è esposta l’azienda. Questa fase del Risk management richiede una mappatura dettagliata di ogni tipologia di rischio.

Esempi di questi rischi includono eventi naturali (come terremoti o incendi), la perdita di fornitori chiave, o anche problemi di cyber-security. La mappatura completa permette di comprendere tutti i possibili pericoli, dai più comuni ai meno prevedibili.

Valutazione dei rischi: quali rischi meritano maggiore attenzione?

Dopo aver individuato i rischi, si passa a valutarli. Questo significa calcolare il livello di rischio combinando la probabilità di accadimento e l’impatto potenziale.

La formula è semplice: probabilità x impatto. Così si può assegnare una priorità a ogni rischio e stabilire su quali intervenire per primi.

Gestione del rischio: come affrontare i rischi più significativi?

Ora che il quadro è chiaro, si può procedere con la gestione dei rischi identificati. Le opzioni principali sono:

  • Ridurre il rischio attraverso misure di prevenzione o protezione.
  • Trasferire il rischio a terzi, ad esempio tramite contratti o assicurazioni.
  • Accettare il rischio, riconoscendo che fa parte del business.
  • Eliminare il rischio (se possibile), ad esempio modificando processi o strategie aziendali.

Controllo e monitoraggio: come rimanere pronti ai cambiamenti nel tempo?

L’ultimo dei cinque step del Risk management consiste nel monitorare i rischi nel tempo e adattare la strategia in base a eventuali cambiamenti interni o esterni. Il monitoraggio costante assicura che l’azienda rimanga protetta e pronta a rispondere anche alle minacce più impreviste.

Risk management: una conclusione

Come abbiamo visto in questo articolo, adottare una solida strategia di Risk management può fare la differenza per le aziende che vogliono proteggere il proprio valore e costruire una base sicura per crescere.

Strumenti digitali come App MyNet rendono questo processo ancora più semplice, grazie a funzionalità integrate che supportano la gestione del rischio e semplificano la comunicazione interna. Con moduli dedicati alla gestione dei documenti, al monitoraggio delle presenze e alla raccolta di feedback, App MyNet offre alle aziende la possibilità di rafforzare la propria resilienza operativa.

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Questo articolo è stato scritto da

Manuele CeschiaCEO di MyNet. Laureato in Economia e da sempre impegnato nel settore del marketing, della comunicazione e dell’organizzazione di eventi, si occupa dello sviluppo del progetto MyNet supportando il lavoro di tutti i team. Collabora con Università e Centri di formazione per condividere la sua esperienza professionale.

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