Quanti giorni di ferie si maturano in un mese: ecco come funziona il calcolo di ore e giorni.
Le ferie sono un diritto fondamentale dei lavoratori sancito dalla Costituzione. D’altronde, si tratta di periodi necessari al riposto e al recupero delle energie psicofisiche che consentono ai lavoratori di potersi dedicare ai propri interessi e ai propri cari. Come azienda o responsabile delle Risorse Umane, è essenziale definire una politica delle ferie chiara e ben strutturata per gestire efficacemente questi periodi di pausa.
Secondo la legge, ogni dipendente ha diritto a 4 ferie di settimana all’anno, ma i contratti di lavoro possono persino prevedere condizioni più favorevoli, con giorni aggiunti e modalità di maturazione differenti.
Il calcolo delle ferie maturate è un compito complesso e delicato nella gestione del personale. Un errore in questo ambito può compromettere infatti il normale svolgimento delle attività lavorative o, come vedremo, comportare per l’azienda pesanti sanzioni amministrative. Di solito, per determinare i giorni di ferie maturati in un mese, si divide il totale annuo previsto dal contratto per 12, considerando come mese lavorato quello in cui il dipendente ha lavorato almeno 15 giorni.
Ma non è tutto: la legge impone anche un periodo entro cui le ferie devono essere obbligatoriamente fruite, impedendo in generale la loro sostituzione con un indennizzo economico. Ma quanti giorni di ferie si maturano effettivamente in un mese? Come cambia il calcolo per un lavoratore part-time? E cosa succede alle ferie non godute?
In questo articolo risponderemo a queste e altre domande e forniremo le formule per effettuare il calcolo delle ferie dei dipendenti, illustrando come gestire al meglio questi periodi di pausa.
Maturazione ferie e permessi: come funziona e cosa dice la normativa
Il Decreto Legislativo n. 66 del 2003 precisa che ogni lavoratore dipendente full-time ha diritto ad almeno 4 settimane di ferie all’anno. Questo diritto è ulteriormente confermato dal Codice Civile, che specifica le modalità di fruizione del periodo di riposo e garantisce in aggiunta, ai lavoratori, un giorno di riposo settimanale.
Nonostante questo, è però importante tenere a mente che la quantità di ferie effettive a disposizione del lavoratore può variare in base a una serie di fattori tra cui la tipologia contrattuale, l’orario di lavoro e l’anzianità di servizio.
Ma come si maturano le ferie?
I dipendenti maturano ore di ferie ogni mese, a condizione di aver lavorato almeno 15 giorni (rateo mensile).
In questi giorni di lavoro rientrano anche alcuni periodi in cui il dipendente non ha prestato servizio, nel caso in cui l’assenza sia stata giustificata per:
- Maternità obbligata
- Congedo parentale
- Congedo matrimoniale
- Assenza per infortunio sul lavoro o per malattia
- Permessi retribuiti
- Impegno presso il seggio elettorale
- Cassa integrazione parziale
Diverso invece il caso di assenza per scioperi e attività sindacali o per malattia dei figli, di permessi non retribuiti e cassa integrazione a zero ore, che invece sono periodi che non contribuiscono alla maturazione delle ferie.
Quante ferie si maturano in un anno
La maggior parte dei dipendenti full-time matura un periodo di ferie annue compreso tra i 20 e i 26 giorni. In pratica, si tratta di circa 4 settimane di ferie all’anno, delle quali almeno 2 devono essere godute in modo continuativo. Questo rappresenta il minimo stabilito dalla normativa vigente, ma è altrettanto vero che il numero di giorni di ferie può aumentare in base agli accordi di contrattazione collettiva.
Questi accordi, infatti, stipulati a livello nazionale tra i rappresentanti dei lavoratori e i datori di lavoro, possono prevedere condizioni più favorevoli rispetto a quelle minime stabilite dalla legge, ampliando così il periodo di riposo annuale per i dipendenti.
Quanti giorni di ferie si maturano in un mese
Per calcolare il numero di giorni di ferie che si maturano in un mese, è necessario considerare prima di tutto il numero totale di giorni di ferie annuali previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) di riferimento o dal D. Lg. n. 66/2003. Questo numero va poi diviso per il totale dei mesi lavorati.
Con un lavoro distribuito su 12 mesi, ogni mese il dipendente accumula 1/12 del totale annuo delle ferie. Ad esempio, se l’azienda prevede 26 giorni di ferie annuali, un dipendente che lavora tutto l’anno maturerà circa 2,16 giorni di ferie al mese (26/12).
Come abbiamo anticipato, è importante notare che per maturare il rateo mensile di ferie, il lavoratore deve aver lavorato almeno 15 giorni nel mese. Questo implica che chi inizia a lavorare a metà mese non maturerà ferie per il mese in corso, ma inizierà ad accumularle dal mese successivo. Questo stesso calcolo proporzionale rispetto al periodo effettivo di lavoro dev’essere applicato anche nel caso di cessazione del rapporto di lavoro, sia per licenziamento sia per dimissioni.
Bisogna anche considerare che alcune variabili, come il tipo di contratto, possono influire sul calcolo delle ferie maturate. Ad esempio, i lavoratori con contratti part-time o a tempo determinato potrebbero avere modalità di calcolo delle ferie differenti rispetto ai dipendenti full-time.
Come si calcolano le ferie maturate in contratti full-time e part-time
Per i lavoratori full-time, il calcolo delle ferie maturate si effettua quindi dividendo il totale annuale delle ferie per il numero di mesi lavorati.
Questa modalità è relativamente semplice e diretta. Tuttavia, per i contratti di lavoro con modalità diverse, il calcolo può variare significativamente:
Contratto a tempo determinato
I lavoratori con contratto a tempo determinato maturano ferie in proporzione alla durata del loro rapporto di lavoro. Ad esempio, se il contratto copre 6 mesi, si maturerà metà delle ferie annuali previste.
Per i contratti di apprendistato, le ferie vengono calcolate come per i dipendenti con altri contratti di lavoro subordinato. Non vi sono differenze particolari nella maturazione delle ferie rispetto ai contratti standard full-time.
Contratto di lavoro a chiamata
Nel caso dei contratti di lavoro a chiamata, le ferie si calcolano proporzionalmente ai giorni effettivamente lavorati. Questo significa che ogni giorno di lavoro contribuisce in parte alla maturazione delle ferie annuali.
Contratto part-time orizzontale
Per i contratti part-time orizzontale, il calcolo delle ferie segue le stesse modalità dei contratti full-time. La differenza principale sta nella durata giornaliera del lavoro, che è inferiore rispetto al full-time.
Contratto part-time verticale
Per i lavoratori part-time verticali, esistono due metodi di calcolo delle ferie:
- Calcolo per numero di mesi lavorati: si prende il totale delle ferie annuali di un lavoratore full-time, lo si divide per 12 e si moltiplica per il numero di mesi effettivamente lavorati part-time. Ad esempio, se un dipendente part-time lavora 5 mesi all’anno, maturerà nel corso di quel periodo circa 10,83 giorni di ferie (26/12 * 5 = 10,83).
- Calcolo per giorni settimanali lavorati: si divide il numero di giorni lavorativi settimanali per i giorni lavorativi previsti da un contratto full-time e si moltiplica per il totale delle ferie annuali. Per esempio, un lavoratore part-time che lavora 3 giorni a settimana, invece di 6, maturerà 13 giorni di ferie all’anno. Questo perché (3/6) * 26 = 13 giorni di ferie annuali, corrispondenti a circa 1,08 giorni di ferie al mese.
Che fine fanno le ferie non godute?
La legge stabilisce chiaramente il destino delle ferie non godute. Le ferie minime obbligatorie, fissate a 4 settimane, devono essere utilizzate seguendo precise tempistiche:
- Le prime 2 settimane devono essere consumate entro l’anno di maturazione, eventualmente anche in modo consecutivo.
- Le restanti 2 settimane devono essere godute entro i successivi 18 mesi dalla fine dell’anno di maturazione.
È importante per l’azienda indicare nel contratto i periodi di ferie collettive, come ad esempio quelli legati alla chiusura dell’attività in determinati periodi dell’anno.
Il punto è, infatti, che i dipendenti non possono rinunciare alle ferie minime garantite, né il lavoratore può costringerli a farlo in cambio di una compensazione economica. L’unica eccezione si verifica in caso di cessazione del rapporto di lavoro, quando l’azienda è tenuta a calcolare e retribuire le ferie residue al dipendente, nel caso in cui non ci sia il tempo necessario per poterle consumare prima della chiusura del rapporto.
Da quanto abbiamo visto fin qui, sarà evidente che ogni responsabile delle Risorse Umane dev’essere consapevole di come gestire ferie e permessi dei dipendenti, poiché il mancato rispetto di tali diritti può comportare sanzioni amministrative importanti. Queste multe possono arrivare infatti fino a 4500€ se più di 10 dipendenti sono coinvolti.
Per il reparto HR si fa quindi fondamentare tenere rigorosa traccia delle assenze del personale per assicurarsi che ogni dipendente utilizzi le ferie accumulate entro l’anno o, al massimo, entro i successivi 18 mesi. Per semplificare questa gestione complessa, ad oggi sono disponibili software HR come MyNet, che aiutano i responsabili delle Risorse Umane a monitorare e pianificare le ferie e i permessi.
Come monitorare le ferie dei dipendenti: un consiglio
Comprendere il processo di maturazione delle ferie e calcolare i giorni spettanti ai dipendenti è sicuramente un buon punto di partenza, ma per garantire una gestione efficace è necessario adottare un sistema di monitoraggio accurato.
Esistono diversi strumenti a disposizione delle aziende, dai metodi tradizionali come carta e penna (che però sono soggetti a errori) ai i fogli Excel (che possono comportare rischi se le formule sono configurate in modo errato) fino ai moderni software per la gestione del personale.
Attualmente, i software HR rappresentano la soluzione ideale per tenere traccia delle ferie senza commettere errori. MyNet, il software HR 100% personalizzabile, è la soluzione che permette alle imprese di dotarsi di un gestionale ferie e permessi mobile che se da un lato semplifica per i dipendenti l’invio delle richieste di ferie e permessi, dall’altra supporta e velocizza le attività dei responsabili. Questi, infatti, possono ricevere una notifica in tempo reale all’interno dell’App, consultare il calendario dedicato e approvare, rifiutare o modificare le richieste direttamente dall’app.
Come funziona il calcolo della maturazione ferie in busta paga
Considerato che, come abbiamo visto, le ferie possono essere fruite fino a 18 mesi dopo l’anno di maturazione, queste devono naturalmente essere incluse in busta paga.
Infatti, le voci relative alle ferie da inserire in busta paga includono:
- Ferie AP (Anno Precedente): si riferiscono alle ferie maturate nell’anno precedente ma non ancora utilizzate. Talvolta vengono indicate come “Residuo AP”.
- Ferie AC (Anno Corrente): si riferiscono alle ferie maturate nell’anno in corso.
- Ferie godute: indicano il numero di ferie effettivamente utilizzate nel mese a cui si riferisce la busta paga.
- Ferie residue: rappresentano il totale delle ferie ancora disponibili per il dipendente.
Queste voci possono essere espresse in giorni di ferie o in ore di ferie, con la sigla “G” per giorni e “O” per ore.
I parametri per il calcolo delle ferie maturate possono variare notevolmente, il che può portare a ritardi o problemi nella preparazione delle buste paga. Per garantire una busta paga accurata, è necessario seguire due passaggi:
- Verifica l’esistenza di un Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) che definisca con precisione il numero di giorni di ferie maturati al mese per ciascun dipendente. In assenza di un CCNL specifico per il settore, fai riferimento al Decreto Legislativo 66/03.
- Controlla la tipologia contrattuale del dipendente. Anche i lavoratori part-time maturano ferie in base ai giorni/anno, fatta eccezione per i contratti part-time verticali che, come abbiamo visto, prevedono due potenziali calcoli distinti: per numero di mesi lavorati o per numero di giorni lavorati.
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